Chi non ha mai incontrato un campo di testo con strani numeri e lettere da digitare per completare l’invio di un modulo o la creazione di un account? Con tutta probabilità si è trattato di un reCAPTCHA, ovvero del metodo acquisito da Google nel 2009 e utilizzato da milioni di siti Web in tutto il mondo per capire se dall’altra parte dello schermo c’è un navigatore in carne e ossa oppure un bot.
Oggi, con un post comparto sul blog ufficiale, il gruppo di Mountain View dichiara di aver messo a punto un algoritmo in grado di riconoscere correttamente il 99% dei codici in questione. Questa nuova tecnologia tornerà utile all’interno della piattaforma Street View, per interpretare con un margine di errore estremamente ridotto i numeri civici fotografati dalle Google Car al loro passaggio, migliorando così la precisione delle mappe.
Avete mai pensato a come Google Maps possa conoscere l’esatta posizione della caffetteria vicina a voi? Oppure dove si trova l’hotel che avete prenotato per il mese prossimo? Tradurre un indirizzo nella posizione esatta di una mappa è più difficile di quanto possa sembrare. Per affrontare questa sfida e rendere Google Maps ancora più utile, abbiamo lavorato ad un nuovo sistema capace di localizzare gli indirizzi in modo ancora più preciso, sfruttando alcune delle tecnologia di Street View e di reCAPTCHA.
Di seguito sono riportati quattro reCAPTCHA che il nuovo algoritmo di bigG è riuscito a decifrare senza commettere errori. Un livello di accuratezza impressionante, se si considera che anche per un essere umano servono alcuni secondi prima di poter capire quali lettere sono nascoste tra le immagini distorte. Per approfondimenti è possibile consultare il documento pubblicato in occasione della International Conference on Learning Representations.