Google è ancora nei guai a causa di Street View: la causa relativa allo scandalo della raccolta di dati sensibili tramite le auto di Mountain View potrebbe non essere ancora del tutto terminata, dato che l’Unione Europea sta pensando di riaprire l’indagine.
Già numerosi stati come Italia, Germania e Francia, hanno avviato azioni legali e chiesto a Google di visionare tutti i dati raccolti con Street View, ma in queste ore si fa sempre più concreta la possibilità che le istituzioni delegate alla tutela della privacy di diversi paesi, tra i quali Francia, Germania e Inghilterra, chiedano una la riapertura della diatriba giudiziaria e, di conseguenza, una punizione significativa per il gruppo californiano.
Si ricorda che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha già deciso di archiviare il caso poiché non ha ritenuto bigG colpevole di alcuna violazione delle leggi locali, ma lo stesso potrebbe non valere in Europa: la questione sarà discussa a breve nel corso di una convention che avrà luogo in Lussemburgo, come confermato da Jacob Koshstamm, presidente del consiglio di amministrazione della Dutch Data Protection Authority.
Peter Fleischer ha specificato che tutto è dovuto alla svista di una singola persona che lavorava presso Google, ma a quanto pare non si trattò affatto di un errore. È giunto il momento che le autorità di tutto il mondo per la protezione dei dati lavorino insieme per far in modo che l’azienda renda conto delle sue azioni.
In base ai documenti pubblicati negli USA in seguito alla chiusura del caso Street View, pare che i vertici di Google sapessero dell’iniziativa di un ingegnere (individuato in Marius Milner) atta a raccogliere dati personali degli utenti con reti WiFi aperte. La società non ha commentato ufficialmente quanto riportato, ma certamente se ne saprà di più a breve.