Il gruppo belga ServersChecks ha denunciato Google in merito al funzionamento del servizio Google Suggest. Il motivo è ben esplicato nell’immagine seguente:
Figura A. Google Suggest
Cercando la parola “ServersCheck” i suggerimenti di Google sono per la maggior parte rivolti a tecniche di cracking (“crack”, “keygen”, “serial”). ServersCheck contesta a Google il fatto che l’archivio sia manipolabile ma non vi sono state riposte le dovute attenzioni. L’esempio apportato è lapalissiano: digitando “por” non si ottiene “porn” e digitando “se” non si ottiene “sex”, il che implica un filtro preventivo concernente i materiali di un certo ambito. L’accusa chiede ora simile procedimento di filtro e, parallelamente, chiede che la parola ServersCheck venga rimossa dalle promozioni usate dalla concorrenza.
Maarten Van Laere, CEO ServersCheck, spiega di non essere riuscito a scendere a patti con Google e di essersi trovato costretto ad agire per via legale. Google si sarebbe detto disponibile ad eliminare dall’indice i siti contenenti materiale illegale, ma per quanto concernente Google Suggest non si sarebbe fatto nulla per cambiare il risultato del suggerimento. Il comunicato ufficiale spinge ancora oltre l’accusa: «Compagnie che producono software P2P quali Kazaa e Napster sono state condannate per aver reso possibile la condivisione di software illegale ed altro tramite le proprie piattaforme […] Google ha fatto un passo in più: suggerisce le versioni illegali dei prodotti ServersCheck.