Lo stupore attorno ai dati finanziari Google era diventata quasi una nota di colore che, di trimestre in trimestre, aveva accompagnato le azioni del gruppo di Mountain View dagli 80 euro delle origini agli oltre 700 euro di fine 2007. Con il finire di quella che Bill Gates aveva definito la «luna di miele» del motore di ricerca, però, sono arrivati i problemi: risultati che non stupiscono più, un diverso contesto internazionali, le azioni che piombano a quota 450 euro. Sembra la fine della magia.
E non finisce qui. Microsoft che punta dritta a Yahoo, in aggiunta a previsioni negative per il futuro, proiettano nuove incertezze sul titolo che anche nella giornata di ieri aveva chiuso con un pessimistico -1.21%. Poi, però, Eric Schmidt ha la possibilità di presentarsi al cospetto degli azionisti e invertire improvvisamente la tendenza che aveva rovinato questo inizio 2008. Schmidt sciorina numeri e il titolo inizia a salire. Alla fine l’after-hour chiuderà ad oltre 17 punti percentuali in attivo con le azioni a 525 dollari circa. La settimana si chiuderà dunque presumibilmente su questi ritmi, con una clamorosa smentita delle stime degli analisti e con rinnovata fiducia per i prossimi mesi. Nessun timore nemmeno per il futuro nonostante i venti di recessione che spirano su Wall Street: «siamo ben posizionati nel caso le condizioni economiche dovessero mutare. Continuiamo ad andare bene perchè […] un advertising ben targettizzato funziona bene in molti scenari».
La recessione non si sente. 5.19 miliardi di entrate a fine trimestre, +42% rispetto al primo trimestre 2007 e +7% rispetto al trimestre precedente. 3.40 miliardi giungono dai siti del network Google (66% del totale), 1.69 miliardi giungono dal circuito AdSense. I siti Google hanno registrato una crescita del 49% rispetto al primo trimestre del 2007 mentre AdSense ha raccolto rispetto ad un anno fa il 25% in più. L’introito netto è pari a 1.31 dollari (4.12 dollari per azione), in crescita rispetto alla cifra tonda di 1 milione raggiunta un anno prima. Il 51% del totale degli introiti è raccolto a livello internazionale (Google è uno dei gruppi che gode maggiormente del cambio favorevole con la valuta estera), cifra in forte crescita rispetto al 48% del trimestre precedente. Il documento diffuso da Google indica inoltre il TAC (Traffic Acquisition Costs), ovvero la porzione di entrate che il gruppo gira ai propri partner AdSense: 1.49 miliardi in tutto.
Escludendo dal computo totale alcuni costi dovuti a stock option, la performance di mercato si riassume in un’entrata da 4.84 dollari per azione, ovvero molto più dei 4.52 dollari rappresentanti la soglia massima delle stime della vigilia. Ciò significa risultati di eccellenza, motivo sufficiente per proiettare nuovamente alle stelle il titolo. Così Eric Schmidt spiega le buone sensazioni del momento con le sinergie derivanti dall’acquisizione di DoubleClick: «abbiamo nuove eccitanti soluzioni per aumentare la user experience ed il valore per i nostri inserzionisti e partner. Inoltre […] continuiamo a esplorare opportunità che aggiungano valore agli utenti ed a Google nel lungo periodo».
Per Google la moneta sonante messa da parte sotto forma cash è pari in data 31 marzo a 12.1 miliardi di dollari. 19.156 i dipendenti del gruppo, in aumento rispetto ai 16.805 di inizio trimestre (molti dei quali assorbiti nel contesto dell’operazione DoubleClick).