Correva l’anno 2006, gli smartphone non avevano ancora fatto irruzione sul mercato, Nikon aveva appena annunciato la fine della produzione di fotocamere a pellicola e Plutone veniva declassato da pianeta a pianeta nano. Il 28 aprile, bigG lanciava Google Traduttore. Da allora è trascorso un decennio, un’epoca intera se si prendono in considerazione i passi in avanti effettuati in campo tecnologico e nel mondo online.
Lo strumento di Mountain View dedicato alla traduzione è evoluto nel corso del tempo, passando da una semplice textarea in una pagina Web ad un’utility ormai onnipresente e versatile: sui dispositivi mobile, integrata nelle applicazioni, con supporto completo ai comandi vocali. Il codice è evoluto, ma l’obiettivo rimasto lo stesso, ovvero favorire la comprensione e semplificare la comunicazione degli utenti, abbattendo le barriere linguistiche talvolta inevitabili. Oggi il gruppo californiano celebra la ricorrenza con un post sulle pagine del blog ufficiale che mette in luce i punti di forza del servizio.
È reso noto ad esempio che le traduzioni più frequenti riguardano l’inglese, lo spagnolo, l’arabo, il russo, il portoghese e l’indonesiano, che ogni giorno vengono tradotte oltre 100 miliardi di parole, che il perfezionamento della tecnologia è stato reso possibile anche grazie al contributo della community di utenti (attraverso segnalazioni e feedback) e che il Brasile è il paese in cui ci si affida maggiormente alla piattaforma.
Tra le funzionalità più interessanti si ricordano quella di Word Lens che permette di tradurre il testo di un segnale stradale o qualsiasi scritta semplicemente inquadrandola con la fotocamera dello smartphone, la possibilità di comunicare con un interlocutore che parla un’altra lingua in tempo reale e il supporto alla modalità offline, particolarmente utile quando si viaggia all’estero o ci si trova in una zona non coperta da connessione Internet.