Il gruppo di Mountain View ha aggiornato il Rapporto sulla Trasparenza, con i nuovi numeri relativi alle richieste ricevute dai governi per l’accesso ai dati degli utenti nell’ambito di indagini, investigazioni e procedimenti giudiziari. Si registra un incremento: 44.943 nel primo semestre del 2016 a livello globale, riguardanti un totale pari a 76.713 account. Google ha fornito le informazioni nel 64% dei casi, una percentuale invariata rispetto alla prima metà dello scorso anno.
Il maggior volume di richieste proviene ancora una volta dagli Stati Uniti, poi dalla Germania e dalla Francia. Seguono India, Regno Unito, Singapore e Australia. Entrano a far parte di questa chart, per la prima volta, anche Algeria, Bielorussia, Isole Cayman, El Salvador, Fiji e Arabia Saudita. Con un intervento pubblicato sulle pagine del blog ufficiale e firmato da Richard Salgado (direttore della divisione Law Enforcement and Information Security), bigG ribadisce che una volta ricevuta una richiesta di questo tipo la analizza attentamente e, nel caso in cui si decide di soddisfarla, vengono fornite solo ed esclusivamente le informazioni utili allo scopo prefissato dall’autorità richiedente. In questo modo l’azienda sottolinea il proprio impegno finalizzato alla tutela della privacy degli utenti.
Si registra un incremento anche nel numero delle richieste arrivate tramite il Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA), ovvero da paesi stranieri, che cresce da 16.000-16.499 a 21.000-21.499. Va precisato che i numeri sono indicativi e non precisi come previsto dall’USA Freedom Act. Per ovvie questioni legate alla privacy e alla tutela dell’anonimato, non sono forniti esempi espliciti dei dati interessati dai provvedimenti.