Giornata negativa per gli azionisti Google. Prima è venuta la beffa: il gruppo di Mountain View ha rilasciato in anticipo sulle previsioni i propri dati trimestrali creando un evidente intoppo che per alcuni investitori è costato caro. Dopo, infatti, è intervenuto il danno: -9% improvviso sul mercato azionario, sospensione delle trattative e successiva spiegazione dell’accaduto.
Il rilascio dei risultati nel pomeriggio non era atteso poiché avviene solitamente a trattative concluse. La spiegazione è giunta in seguito: il rilascio è avvenuto senza le debite autorizzazioni, mentre il documento doveva ancora essere definito nei dettagli e mancavano ancora le dichiarazioni ufficiali di corredo firmate dal CEO Larry Page. I dati erano tuttavia corretti e la sospensione delle trattative in borsa (temporanea, e richiesta direttamente dal gruppo) non ha potuto far nulla per evitare il capitombolo della quotazione.
A fine giornata la caduta è pari all’8%, con un piccolo rimbalzo nelle trattative after-hour che allinea la quotazione delle azioni GOOG sui 700 dollari (l’apertura di giornata era poco sotto i 760 dollari).
La nota più stonata dell’intera trimestrale è in Motorola: la controllata del gruppo porta al bilancio mezzo miliardo di dollari di passivo, il che va a comprimere gli introiti netti messi in cassa e stende un velo di pessimismo sul futuro prossimo dell’azienda: il potenziale sgonfiato del bilancio comprime il valore di capitalizzazione dell’azienda e la caduta delle azioni è diretta conseguenza dei numeri diramati. Complessivamente Google mette a segno entrate per 14,1 miliardi di dollari, mancando così aspettative generalmente allineate a quota 14,7 miliardi.
Larry Page, da parte sua, si felicita per gli obiettivi conseguiti e per l’esperienza che Google è riuscita a sviluppare su di una molteplicità di device. Ma tutto ciò avviene al termine di una giornata convulsa, nella quale circa 20 miliardi di capitalizzazione sono andati in fumo nel giro di poche ore.