La maggior parte delle persone associano Google alla California (e in misura minore a New York), ma sembra che il colosso della ricerca sia determinato ad ampliare i propri confini.
L’azienda ha in programma un’espansione da 13 miliardi di dollari nel 2019, che la porterà in 24 dei 50 Stati Uniti; stando a quanto pianificato da BigG, peraltro, in 14 Stati si allargherà considerevolmente. L’ampliamento comprende il suo primo data center in Nevada, un nuovo ufficio in Georgia e strutture multi-facility in Stati come Texas e Virginia. Tutto questo oltre ai progetti già noti, come il suo futuro campus di New York.
La società in questo modo creerà posti di lavoro, sia permanenti che non. Al momento nessuno ha riferito quante saranno le posizioni disponibili in totale, ma il CEO Sundar Pichai si aspetta “più di 10.000” posti per costruire gli edifici in Nebraska, Nevada, Ohio, Texas, Oklahoma, Carolina del Sud e Virginia.
Sebbene si tratti di un ampliamento significativo, tuttavia, potrebbe non offrire tutto questo gran lavoro: i data center moderni sono altamente automatizzati e richiedono solo un numero ristretto di lavoratori affinché funzionino correttamente. I lavori di cantiere si concluderanno una volta che gli edifici saranno terminati, quindi l’aumento dell’organico permanente rischia di essere considerevolmente ridotto.
Intanto Google potrebbe presto introdurre una nuova funzionalità in Maps per garantire una maggiore protezione della privacy dei suoi utenti: in sostanza permetterà all’utilizzatore di gestire meglio i propri dati di localizzazione, eliminando automaticamente la Cronologia delle posizioni (sebbene si tratti di una feature ancora in fase di test). Inoltre, pare che la società stia pensando di sviluppare un Pixel più economico, da piazzare nella fascia di mercato medio-alta.