Google, una pubblicità per la privacy

Google ha lanciato negli USA una vasta campagna pubblicitaria per consigliare gli utenti di gestire e proteggere in modo consapevole la privacy online
Google, una pubblicità per la privacy
Google ha lanciato negli USA una vasta campagna pubblicitaria per consigliare gli utenti di gestire e proteggere in modo consapevole la privacy online

Quando si parla di privacy online, Google non è certo tra i primi pensieri positivi: l’onnipresenza del motore di ricerca nelle attività di ogni navigatore hanno generato non poche preoccupazioni tra gli utenti. Ciò nonostante proprio Google sta facendo della privacy un vero e proprio cavallo di battaglia poiché è su questo fulcro che può funzionare la leva concorrenziale avviata contro Facebook per mezzo di Google+. Forse anche per questo motivo, quindi, l’azienda ha avviato la campagna pubblicitaria Good to Know, per incoraggiare le persone a proteggere se stessi e le proprie informazioni sul web.

Oltre ai cartelloni pubblicitari, ad essere coinvolti in questa campagna sono i grandi colossi della stampa statunitense, come il Wall Street Journal, il New York Times e USA Today: i lettori potranno leggere delle vignette che cercano di spiegare i funzionamenti di una ricerca online. Per esempio, che bisogno ha un cittadino di Peoria di cercare un idraulico a New York? Google spiega che i risultati di ricerca si basano sulla posizione geografica, rilevata tramite l’indirizzo IP. Ma i fumetti di Google continuano con altri esempi, cercando per esempio di insegnare a gestire le password, ed una serie di consigli pratici sull’uso dei dati che vengono condivisi sul web.

Non è superfluo ricordare i dubbi che le recenti modifiche di Google hanno generato: la ricerca sociale di Search plus Your World, gli aggiornamenti e le informazioni del profilo Google+ sono tutte componenti dell’ultimo cambiamento subìto dal motore di ricerca numero uno al mondo. L’azienda è finita nell’occhio del ciclone delle autorità antitrust ed ha dovuto subire le critiche da altre realtà della rete, come Twitter.

Da parte sua Google sta cercando di minimizzare l’impatto di questi cambiamenti sulla privacy degli utenti: una sfida non certo facile, se si considera che oltre il 70% delle ricerche online passa oggi attraverso le pagine di BigG. Tuttavia Google ha bisogno di pubblicizzare il suo social network, Google+, e di contrastare il binomio Facebook-Bing. Qualsiasi possano essere le finalità reali dell’iniziativa, insomma, rimane la bontà dell’idea e gli effetti positivi che inesorabilmente avrà sull’utenza che impatta negli annunci pubblicati.

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