Il rapporto tra Google e l’Europa è decisamente burrascoso, dunque perché non fare quadrato? Sembra proprio che il combinato disposto del diritto all’oblio e i vecchi ma sempre attuali problemi con l’antitrust abbiano suggerito a Mountain View di fondere le due aree di gestione, una a nord-ovest l’altra a sud-est, e parlare ed agire così come una forza sola. Insomma, Google vede sempre più il vecchio continente come un luogo coerentemente ostile.
Secondo il Financial Times, Matt Brittin (attuale capo della parte nord-ovest) sta assumendo il controllo pieno anche dell’altra e le due sedi operative si stanno, almeno “politicamente”, fondendo. Anche se non ci sono dichiarazioni precise in merito, lo stesso Brittin avrebbe giustificato questa operazione sostenendo la necessità di «affrontare più attrezzati le sfide continentali», che non provengono solo dalle regolamentazioni EU, ma anche dalla concorrenza sul mercato, visto che le altre web company hanno una struttura unificata.
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— Financial Times (@FT) February 26, 2015
La base a Londra
La base della Google operativa eurocentrica sarà Londra (mentre a Dublino c’è quella esecutiva e fiscale) dove molto velocemente si sta trasferendo tutto quanto serve alla struttura, che dovrà rispondere alle pressioni sulla sorveglianza globale, le questioni fiscali, il problema del dominio commerciale sollevato dall’antitrust che ha riaperto un’indagine che potrebbe occuparla per anni di trafila giudiziaria. Inoltre, Big G deve affrontare anche le varie pressioni dei singoli governi: Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia, hanno tutte delle questioni aperte con Google, ciascuna a modo suo.
La strategia non è centrale solo dal punto di vista logistico, ma anche da quello politico. Brittin ha già confermato l’intenzione di sostenere il progetto del single digital market europeo, investirà in programmi di alfabetizzazione digitale – hanno annunciato oggi che formeranno un milione di cittadini europei sulle competenze digitali entro il 2016 con un investimento di 25 milioni di euro. Insomma starà al gioco e non cercherà ulteriori occasioni di scontro con Bruxelles. Va segnalato però che il presidente Usa Barack Obama ha dichiarato recentemente che le pressioni europee contro le web company sono dettate dall’incapacità di concorrere.