Google ha venduto la propria porzione di Baidu: fin dalla quotazione iniziale, infatti, il motore americano aveva investito 5 milioni di dollari in titoli del motore concorrente ottenendo oltre 700.000 azioni classe A, circa il 2% della proprietà totale. Nessun commento giunge circa i motivi della cessione, se per opportunità finanziaria, opportunità strategica o per accumulare cash da reinvestire. Quel che è certo è che l’investimento per Google è stato oltremodo vantaggioso: il titolo Baidu è stato caratterizzato da altissima volatilità e la crescita rispetto agli esordi è stata altissima con il picco massimo registrato nell’estate 2005.
Quando Baidu nacque ed iniziò la propria cavalcata sul mercato cinese, da più parti giunse il suggerimento secondo cui Google avrebbe potuto in seguito rilevarne la proprietà per entrare così nel mercato orientale. In verità Google ha usato la proprietà di Baidu come cavallo di troia oltre la muraglia, esportando poi il proprio motore ed incappando nei risaputi problemi di censura con le autorità nazionali. Oggi Google occupa la seconda posizione sul mercato cinese alle spalle di un Baidu dominatore assoluto.