Sembrano ormai lontani i tempi della pacifica collaborazione tra Google e Twitter. Il colosso di Mountain View ha presentato nei giorni scorsi la nuova funzionalità Search plus Your World, che porta tra i risultati del motore di ricerca link e materiale condiviso dagli utenti e dai contatti della loro sfera personale. Secca la reazione del servizio di microblogging, che ha etichettato la mossa come anticoncorrenziale e dannosa per gli utenti.
I vertici della piattaforma, mediante il profilo del consigliere generale Alex Macgillivray, hanno voluto spiegare le proprie ragioni con un esempio pratico: effettuando una ricerca con il termine “@WWE”, la pagina ufficiale Twitter dell’organizzazione World Wrestling Entertainment non compare tra i risultati, mentre scrivendo “WWE Twitter” ovviamente sì.
Tramite Mashable, Google ha fornito la sua risposta, chiarendo che il simbolo “@” (utilizzato per contrassegnare le pagine su Twitter) non è mai stato tenuto in considerazione ai fini dell’indicizzazione. Curioso però notare come la ricerca “+WWE” mostri al primo posto un link verso Google+.
Confrontando il numero di utenti iscritti alle pagine della WWE sui rispettivi social network, risulta che circa 25.000 account Plus l’hanno inserita tra le proprie cerchie, mentre su Twitter ci sono oltre 790.000 follower. Ciò significa che la pagina Twitter dell’organizzazione per il wrestling gode di una popolarità maggiore rispetto a quella di G+, come dimostrano anche le ricerche su Yahoo!, AOL e Bing.
Un esempio pratico che potrebbe rafforzare le ipotesi di concorrenza sleale, formulate da chi ha chiamato in causa la Federal Trade Commission. La difesa di bigG appare comunque solida, basata sul mancato rinnovo dell’accordo tra le parti risalente alla scorsa estate, oltre che sull’impossibilità di indicizzare tutti i tweet pubblicati a causa dell’attributo “nofollow” incluso da Twitter. Una vicenda complessa, dunque, ancora tutta da sviscerare e destinata a far parlare per lungo tempo.