Diffondersi in maniera virale esattamente come accadde con GMail. Questo sembra ora l’obiettivo di Google Wave che, almeno così sembra dal crescente numero di attivazioni di account e dalla distribuzione di inviti a pioggia su chi era già attivo, sembra avere iniziato una seconda fase.
Una seconda fase che, oltre che all’allargamento della base utenti, finalmente comincia ad introdurre significative novità quali le estensioni che offrono la possibilità di videochattare, di iniziare conferenze multiple e di condividere elementi interattivi.
Sembra ancora difficile capire quale sarà la natura definitiva di questo servizio che dopo diversi test consiglio (per apprezzarlo al meglio e non rimanere disorientati, per esempio, dal modo apparentemente macchinoso di comporre i messaggi) di cominciare a considerare più come uno strumento di collaborazione a distanza in stile Enterprise 2.0 piuttosto che un’alternativa a sistemi di messaggistica o chat.
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L’aggiunta delle estensioni per la videochat multipla, in particolare, aggiunge ulteriori potenzialità a Wave inteso come strumento di collaborazione professionale a distanza, potenzialità che se sapranno adeguatamente viralizzarsi a seguito dell’opera di evangelizzazione dei primi invitati, potrebbero diventare ben presto uno standard, esattamente come accaduto con GMail.