Nei mesi scorsi diversi big dei settori Web e tecnologico hanno provato ad allungare le mani su Waze, team israeliano fondato nel 2008 autore di un’app dedicata alla navigazione stradale che fa dei contenuti e delle informazioni generati dagli utenti il suo punto di forza: Google, Apple, Microsoft e Facebook, tutti intenzionati a far propria la startup, con l’obiettivo di sottrarla alla concorrenza e arricchire così la propria offerta di servizi e piattaforme. Alla fine è stato il gruppo di Mountain View a spuntarla, grazie a un’offerta che sembra aver superato il miliardo di dollari.
Prima di essere portata a termine, l’acquisizione dovrà però superare lo scoglio FTC: nel fine settimana il New York Post ha riportato la notizia di un’indagine antitrust avviata dalla Federal Trade Commission sull’operazione, finalizzata a far luce su eventuali conseguenze negative per la libera concorrenza nel settore. Il tutto è stato confermato da una portavoce del motore di ricerca alla redazione del Wall Street Journal, senza però scendere nei dettagli in merito alle ragioni che hanno attirato l’attenzione dell’agenzia governativa statunitense.
Google ha già dichiarato di voler assicurare al personale di Waze la possibilità di continuare a lavorare sul proprio software in modo del tutto indipendente come fatto finora, fornendo l’accesso alla tecnologia messa a punto negli ultimi anni per Maps, in modo da migliorare ulteriormente un software che già oggi conta oltre 50 milioni di utenti in tutto il mondo. In molti hanno comunque visto nell’offerta di bigG una mossa difensiva che ha come unico obiettivo quello di negare l’acquisizione ai concorrenti, piuttosto che un reale interesse nell’aggiudicarsi il team: potrebbe essere proprio questo l’oggetto dell’indagine.
L’azienda di Larry Page finisce dunque nuovamente sotto la lente d’ingrandimento della Federal Trade Commission, a pochi mesi di distanza dalla firma dell’accordo con l’antitrust USA e con una procedura simile ancora aperta in Europa relativa alle ricerche online.