La nuova promessa di Google è permettere ai suoi utenti di poter effettuare ricerche su tutte le pagine visitate in precedenza (offrendo così un’utile estensione digitale della memoria personale). Il servizio come sempre è gratuito e l’unico prezzo da pagare è il controllo della grande G sui propri dati personali (fermo restando l’espressa volontarietà dell’atto con cui l’utente cede la propria privacy in cambio del servizio prestato dal motore di Mountain View).
Google Web History: l’assenso è volontario
L’annuncio non rappresenta sicuramente un toccasana per i sostenitori della difesa della privacy che temono oggi lo strapotere di Google, tuttavia Google Web History è un servizio che, al di là della ricerca di tutto quello che si è letto, visto e sentito in rete, consentirà con il tempo anche di migliorare i risultati del Personalized Search. I possessori di account Google che decideranno di sottoscrivere Web History, infatti, vedranno un progressivo aggiustamento dei risultati delle proprie ricerche in base a ciò che hanno visitato e cercato in passato (con opzioni estese a musica ascoltata, mappe visitate, item cercati su Froogle, link pubblicitari cliccati, news lette, eccetera).
Web History però non è il classico servizio di Google dalla facile sottoscrizione: occorre possedere Google Account, installare la Google Toolbar ed avere abilitato (come da immagine soprastante) la funzione Pagerank. A questo punto Google comincia a memorizzare e archiviare tutte le pagine che vengono visualizzate dal browser e le può associare con l’account in questione.
Google Web History
Da un’eventuale ampia diffusione di Web History Google potrebbe trarre il grande vantaggio di una estesa raccolta dati sulle abitudini, gli usi e le preferenze dei navigatori, il tutto in maniera ancora più accurata rispetto al passato, riuscendo a ricondurre con grande precisione i percorsi effettuati sul web dagli utenti. Danny Sullivan su Search Engine Land esclama senza mezzi termini: «è ora di affrontare la cosa. Google sta diventando grande, immenso, gigantesco. Il fatto che quella che una volta era una piccola e amabile compagnia ora voglia conquistare il mondo non è più uno scherzo. Il mostro Google sta fagocitando tutto».