Google, Microsoft e Yahoo siedono per una volta dalla stessa parte. Sul versante opposto v’è la Cina, un territorio dalle mille opportunità che mette però le grandi aziende occidentali di fronte ad una contraddizione interna: operare deliberatamente per il lucro, oppure fare i conti con i principi democratici di libertà ed opporsi all’occorrenza alle restrizioni del regime cinese? La risposta sta per arrivare sotto forma di un protocollo comune che pone il web statunitense in una posizione di maggior forza rispetto alle ambizioni censorie cinesi.
Il regime ha messo in piedi oltre la Muraglia un apparato di controllo senza precedenti. La rete cinese è controllata e sottoposta a censure al fine di veicolare parte della comunicazione, lasciando peraltro sulla strada tristi precedenti che ricordano al mondo quanto scarsa sia ancora ad oggi la libertà d’espressione nel paese. Microsoft, Yahoo e Google sono i gruppi che più di ogni altro hanno avuto a che fare con questo grande compromesso: un occhio al mercato ed uno alle istituzioni centrali, i tre grandi rivali hanno penetrato il mercato cinese dovendo però sottostare a pesanti limiti e dovendo probabilmente fare buon viso a cattivo gioco.
La Global Network Initiative è nata a questo scopo: unire le forze e redigere un protocollo comune di comportamento che, a parità di condizioni concorrenziali, permetta di muoversi con maggior disinvoltura verso Oriente, sapendo di poter anche far opposizione al regime cinese nel nome del rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini. Il sito ufficiale è al momento celato dietro un «coming soon» destinato presumibilmente a scomparire a seguito dell’imminente annuncio ufficiale dell’iniziativa.
Per Google le critiche sono state in passato relative alla versione “filtrata” del web che il motore propone sul mercato cinese. Il gruppo si è sempre difeso sostenendo il proprio impegno per una rete libera, nei limiti di quanto il governo centrale cinese permette di fare. Yahoo e Microsoft hanno invece dovuto fare i conti con i dati personali di alcuni utenti considerati pericolosi per le idee sovversive portate in rete. In tutti i casi le critiche provenienti da occidente hanno messo in grave difficoltà le tre aziende, ma ora il collaborazionismo potrebbe quantomeno sgonfiarsi anteponendo un interesse collettivo al mero interesse commerciale.
L’impegno di Microsoft, Google e Yahoo andrà soprattutto nella direzione di una maggior tutela della privacy dei propri utenti. Le parti faranno dunque fronte comune nell’opporsi alle pressioni del regime, così da poter difendere gli utenti desiderosi di utilizzare gli strumenti del web per informarsi, discutere ed interagire. Il nuovo protocollo d’azione prende forma sulla base del lavoro del Center for Democracy & Technology che da due anni monitora la situazione alla ricerca di un compromesso risolutivo che liberi finalmente le parti da una situazione non più tollerabile.
Il New York Times segnala che France Télécom e Vodafone saranno parte integrante della Global Network Initiative. AT&T, Verizon Communications e Sprint Nextel, gruppi che in passato hanno prestato il fianco alle critiche dopo che è stata scoperta una collaborazione con la National Security Agency e con l’amministrazione Bush, hanno al momento negato la propria partecipazione al progetto.
Alla luce delle recenti polemiche sarà interessante capire se anche eBay accetterà il protocollo della Global Network Initiative o se il gruppo preferirà fare i conti con il danno d’immagine che Skype sarebbe costretto ad incassare da un mancato allineamento alle linee guida proposte (la cui implementazione, comunque, è ancora tutta da verificare: sussistono velati timori per cui l’operazione possa ridursi a questione di facciata, onde meglio mascherare i compromessi a cui i gruppi continueranno giocoforza a sottostare pur di avere libera azione sul troppo goloso mercato cinese).