Non sembra essere un periodo felice per i rapporti di Google con il mondo della politica statunitense. Dopo i rilievi sollevati dal senatore Lieberman sulla presenza su YuoTube di video riconducibili ad ambienti terroristici, alcuni membri del parlamento di Washington hanno richiesto a Mountain View chiarimenti sulle politiche che intenderà adottare per la protezione dei dati personali dei clienti di DoubleClick.
Acquisita dopo un lungo braccio di ferro con le autorità antitrust statunitensi e del vecchio continente, la società di advertising è nelle prime fasi della fusione con le strutture dedicate alla pubblicità online di Google. Ciò porterà nei database di MountainView una mole senza precedenti di dati sensibili, sollevando non poche preoccupazioni tra le associazioni a tutela della privacy e tra i responsabili della politica americana. «È fondamentale che le politiche e le procedure di Google e DoubleClick per il trattamento dei dati personali siano trasparenti, e che sia fatto ogni tentativo per proteggere le informazioni sui consumatori» scrive [pdf] il repubblicano Joe Barton a nome del Comitato per l’Energia e il Commercio del Congresso americano.
Nel seguito della lettera inviata al CEO di Google, Eric Schmidt, Barton chiede come la società leader nell’advertising online intenda utilizzare i dati personali un tempo in possesso di DoubleClick e se siano state previste apposite procedure per l’integrazione in sicurezza, e fuori da sguardi indiscreti, dei database delle due compagnie. L’attenzione del membro del Congresso si sposta poi sul versante delle nuove politiche sulla privacy adottate da Google per il suo sistema di advertising: «Le politiche sulla privacy per il nuovo servizio affermano che, in aggiunta alle altre informazioni, Google tratterrà l’indirizzo IP e un codice identificativo dell’utente quando un annuncio pubblicitario è fornito per un test attraverso i server di Google. Per favore, spiegateci perché una ID del browser dovrà essere trattenuta per questa nuova tecnologia di annunci, come queste informazioni saranno utilizzate e se Google abbia intenzione di trattenere questi dati anche a riguardo di altri suoi servizi».
Non è la prima volta in cui Joe Barton indirizza i propri dubbi verso Eric Schmidt: i due si erano già incontrati durante il novembre dello scorso anno per discutere sulle politiche adottate da Google per la protezione dei dati personali dei suoi utenti, specie in vista dell’acquisizione di DoubleClick. Un portavoce della società di Mountain View ha confermato l’intenzione di avviare un dialogo costruttivo con il Comitato, così come era già avvenuto nell’inverno del 2007. L’integrazione di DoubleClick in Google continua a destare la preoccupazione di molte associazioni impegnate per la tutela della privacy, che vedono come un pericolo concreto l’accentramento di una enorme molte di dati riservati nelle mani di un unico soggetto.