Ha lasciato passare la tempesta scatenata da Microsoft. È intervenuto timidamente nel dibattito, anche se era risaputo l’estremo interesse per quanto stava succedendo. Con i fatti, però, ha mai taciuto. Google, quanto Microsoft e Yahoo sembravano ormai in procinto di diventare una cosa sola, ha mosso nell’ombra le proprie pedine facendo di tutto per ostacolare l’accordo. Ed ora, quando la tempesta sembra almeno in apparenza passata, Google porta avanti l’approccio manifestato nei confronti di Yahoo proprio quando le trattative tra Sunnyvale e Redmond iniziarono a farsi calde.
La dichiarazione è di Eric Schmidt, Chief Executive Google, a Bloomberg: «stiamo per procedere». Passato il tempo previsto per organizzare tutto a dovere (con tanto di gimkana nei confronti delle prime avversità legali), insomma, Google sta per prendere in gestione parte degli spazi pubblicitari sulle pagine Yahoo, determinando così un forte polo che va a mettere sullo stesso versante competitivo il numero 1 ed il numero 2 dei motori di ricerca. Ed è questo il punto che in molti non hanno digerito con troppo favore.
Microsoft in primis: più volte il gruppo si è espresso contro l’iniziativa Google, vedendo in questa “occupazione” degli spazi Yahoo una sfida al libero mercato e la creazione di un monopolio sotto gli occhi di tutti. Microsoft, per una volta, su certe tematiche si trova a passare da accusata ad accusatrice e punta il dito tanto contro il nemico Google quanto verso il desiderato Yahoo. Da parte sua Schmidt ammette una certa preoccupazione legata all’incertezza dell’esito delle indagini in corso, ma al tempo stesso confida nel fatto che la trasparenza con cui il tutto è stato portato a compimento sia un lapalissiano argomento a favore della propria causa.
Gli appelli per un intervento da parte delle istituzioni non ha finora avuto seguito: il Dipartimento di Giustizia non si è ancora pronunciato in merito ed ha rinviato ogni osservazione notando come il tutto non parta da una acquisizione ma piuttosto da un semplice accordo, ed evitando al contempo di far trapelare qualsivoglia giudizio in materia. Google e Yahoo, insomma, sono destinati a procedere, almeno inizialmente, a fari spenti: in assenza di controindicazioni i lavori per la partnership procedono ed a breve la macchina entrerà in funzione (dall’accordo Yahoo si attende 800 milioni di entrate nel primo anno con un aumento di cash flow tra i 250 ed i 450 milioni)
Nei giorni scorsi, anticipando di poche ore le dichiarazioni di Schmidt, dal Canada sono giunte voci dubbiose circa la regolarità dell’accordo: anche il Competition Bureau del Canada, dunque, indagherà sul patto Googlehoo notando come la partnership determini una particolare situazione di controllo sul mercato, situazione che merita quantomeno «una approfondita analisi».