Dici action camera e pensi alle GoPro. Il brand ha ottenuto un enorme successo sul mercato negli anni scorsi, mentre di recente ha visto il suo giro d’affari contrarsi, a tal punto da dover operare una serie di licenziamenti, riducendo così la propria forza lavoro e tagliare di conseguenza le uscite. Le ragioni sono diverse: minor interesse dell’utenza nei confronti delle videocamere sportive dopo il boom iniziale, smartphone sempre più versatili dal punto di vista del comparto imaging e così via. Ora, stando ai risultati finanziari relativi al secondo trimestre dell’anno, le cose sembrano andare meglio.
È presto per poter affermare con certezza che il business di GoPro sia tornato definitivamente in salute, i segnali incoraggianti però non mancano. Il gruppo è ancora in perdita, ma è stata imboccata la strada della ripresa. Nei tre mesi da aprile a giugno le entrate si sono attestate a 297 milioni di dollari, il 34% in più rispetto allo stesso periodo del 2016 (uno dei peggiori di sempre). Il passivo è stato tagliato di circa 30 milioni di dollari. Oltre ai 300 dipendenti licenziati, l’azienda ha deciso di chiudere definitivamente la sua divisione entertainment, tornando così a concentrarsi quasi esclusivamente sulla realizzazione dei prodotti. Anche il buon andamento sul mercato di dispositivi come HERO5 Black [amazon asin=B01M13QVB7], dopo una partenza al rallentatore, ha aiutato.
Per il futuro c’è in cantiere l’arrivo della linea HERO6 e di nuovi droni della gamma Karma, sperando che gli ingegneri abbiano fatto tesoro dell’esperienza maturata con il primo modello, temporaneamente ritirato dal mercato (e poi rimesso in vendita) per un grave problema che causava l’improvviso spegnimento dell’unità.
La scorsa settimana il gruppo ha lanciato QuikStories, un’applicazione mobile sviluppata per semplificare l’editing dei filmati acquisiti con le action camera del gruppo, così da permettere all’utente di trovare video già pressoché pronti per la condivisione sui social network.