Il Governo Italiano ha bloccato il piano banda larga che vale stanziamenti per 6,6 miliardi di euro per la realizzazione di nuove infrastrutture digitali nel paese. Trattasi di una mossa voluta dal Premier Renzi come tentativo ultimo di uscire dallo stallo in cui il piano banda larga si trova attualmente in Italia con il fine di dotarla, entro il 2020, di un’infrastruttura telematica pari a quella degli altri partner europei.
Il Premier italiano starebbe studiando nuove misure atte a far uscire dallo stallo il piano banda larga italiano assieme ad Antonella Manzione, capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi. Non è la prima volta che il Governo interviene su questo tema. Sempre Renzi, aveva bocciato il decreto legge Comunicazioni che contiene la maggior parte delle norme attuative del piano banda larga. Nel decreto erano, infatti, inseriti i primi 4,6 miliardi di stanziamento ma non erano inseriti riferimenti a tempi e modi di attuazione delle nuove infrastrutture di rete. Questi continui stop non sono affatto piaciuti alle regioni ma nemmeno agli operatori che contano sugli stanziamenti per avviare i lavori di sviluppo delle reti. Alcune regioni, in particolare, hanno già fatto sapere che se il piano non si sbloccherà, i fondi a loro destinati per la banda larga saranno spesi altrove.
Confindustria Digitale ha, invece, lanciato l’allarme che se il piano non sarà approvato, l’Italia rischierà di non poter competere con le altre economie digitali dell’Europa. Telecom Italia, dal canto suo, ha iniziato a sollecitare il Governo per l’arrivo entro fine anno dei bandi regionali. Rischio è che l’intero piano nazionale si sfaldi come neve al sole. In ogni caso, un eventuale ritardo nello stanziamento dei fondi potrebbe rendere difficile raggiungere l’obiettivo iniziale con il rischio che l’Unione Europea richieda indietro i fondi.
Le cause che stanno frenando il piano banda larga in Italia sono molte. L’Unione Europea, per esempio, non ha ancora sciolto le riserve sulla legittimità degli investimenti pubblici. Difficile trovare anche la quadra per quanto riguarda i voucher di incentivo agli abbonamenti banda ultra larga e gli investimenti pubblici nelle aree su cui gli operatori hanno già cominciato a investire.
Dunque, al Premier Renzi l’arduo compito di trovare una soluzione anche se una prima mossa potrebbe essere quella di partire subito rinunciando alle misure più complicate che sarebbero discusse in un secondo momento.
Quello che è certo è che il piano banda larga deve essere approvato al più presto. L’Italia è da sempre digitalmente in forte ritardo rispetto ai partner europei e questa situazione non è più accettabile per un paese che vuole davvero competere a 360 gradi all’interno del panorama europeo e mondiale.