Nuovi problemi legali per Apple in Asia, in compagnia di un nutrito gruppo di competitor: secondo le istituzioni per le comunicazioni in quel di Taiwan, il gruppo di Cupertino violerebbe la privacy degli utenti. Come, però, non è ancora ben dato sapere.
L’accusa arriva dalla National Communication Commission, l’autorità locale per le telecomunicazioni, che spiega come i grandi gruppi informatici violino la privacy degli utenti. In particolare Apple e Samsung, ma anche altre aziende. L’istituzione non spiega però gli ambiti in cui questa violazione si sarebbe perpetrata, anche se i ben informati parlano di questioni connesse ai servizi sulla nuvola, come appunto iCloud della Mela.
Il tutto sarebbe nato da un’indagine sul brand asiatico Xiaomi che, secondo le autorità locali, avrebbe raccolto e trasmesso dati personali degli utenti senza il loro preciso consenso. Da questa società si sarebbe passati a tutti gli altri attori del mercato di computer e dispositivi mobile, tra cui appunto Apple. Così ha spiegato Yu Hsiao-cheng, portavoce della National Communication Commission:
La questione chiave è che le compagnie devono informare gli utenti qualora raccolgano dati personali e li trasferiscano a terzi. La nostra legge è molto precisa.
Finché le precise accuse non saranno rese note, tuttavia, è difficile comprendere quali siano le responsabilità di Apple, sempre che quanto di dichiarato sia vero. La società, infatti, da diversi mesi ha avviato un’operazione trasparenza nei confronti degli utenti, non solo pubblicando una pagina dettagliata proprio in merito alla privacy e alle garanzie per il cliente, ma anche dotando iOS di nuove funzioni di sicurezza. Tanto che iOS 8 è un sistema virtualmente impossibile da monitorare, anche da parte di polizia e investigatori dotati di un mandato. Ma qualora le infrazioni fossero state rilevate sulla nuvola, la questione potrebbe essere assai diversa. Non resta quindi che attendere il prosieguo della vicenda.