La strada verso l’acquisizione di T-Mobile diventa per AT&T più difficile del previsto: ad opporsi al passaggio di testimone è addirittura il Governo degli Stati Uniti d’America, secondo cui un eventuale accordo tra le parti per l’unione in un unico brand sotto la guida di AT&T provocherebbe danni al panorama wireless della nazione. Per il Governo USA, infatti, ciò implicherebbe un’eccessiva riduzione della competizione tra i carrier mobile.
Nella denuncia depositata presso la Corte Federale di Washington viene dunque illustrato come l’acquisizione di T-Mobile da parte di AT&T rappresenterebbe una chiara e palese violazione delle leggi nazionali in materia di antitrust: il gruppo di Dallas si ritroverebbe in questo modo in una situazione eccessivamente vantaggiosa, avendo un rivale in meno ed acquisendo un parco clienti di tutto rispetto (circa 34 milioni di utenti secondo gli ultimi dati raccolti).
La richiesta del Governo USA è dunque chiara: per evitare problemi legali bisogna bloccare sul nascere ogni possibile tentativo di acquisizione da parte di AT&T, il cui obiettivo è quello di ottenere le frequenze possedute da T-Mobile per offrire ad un più ampio pubblico la possibilità di accedere ad Internet in mobilità sfruttando le potenzialità concesse dall’utilizzo della tecnologia LTE. Su tale punto AT&T organizzerà quindi la propria difesa, traducendo la volontà di far proprio un colosso della telefonia negli USA nell’intenzione di fornire un nuovo servizio a numerosi cittadini americani.
Un’eventuale sconfitta in tribunale per AT&T potrebbe rappresentare un danno non solo per la mancata acquisizione, ma anche per le conseguenze che gli accordi già siglati tra le parti potrebbero avere: nel caso in cui la divisione statunitense di T-Mobile non dovesse passare di testimone, infatti, AT&T si troverebbe costretta a dover versare 3 miliardi cash al gruppo tedesco Deutsche Telekom cui T-Mobile fa riferimento ed offrire servizi e banda a quest’ultima per un totale di 7 miliardi di dollari.