Imagination Technologies, la società britannica che per anni ha fornito soluzioni GPU per gli iDevice di Cupertino, è ufficialmente in vendita. La decisione, riferisce il New York Times, sarebbe relativa alla recente disputa proprio con Apple, con la decisione del gruppo californiano di non avvalersi progressivamente più delle soluzioni PowerVR. Al momento, la Mela non ha commentato ufficialmente la questione.
Così come ampiamente noto, qualche settimana fa Apple avrebbe deciso di ridurre progressivamente il ricorso alle soluzioni GPU di Imagination Technologies, per incentivare invece una produzione in-house di hardware grafico da incorporare nei suoi processori A. Il processo d’abbandono potrebbe richiedere dai 15 mesi ai 2 anni complessivi e, nel frattempo, l’azienda britannica ha chiesto rassicurazioni, affinché il proprio know-how non venga sfruttato indebitamente nelle future proposte del cliente di lungo corso.
Secondo quanto riferito dal New York Times, la società avrebbe deciso di optare per la vendita, data la prospettiva di perdere il suo principale partner. Secondo gli analisti, potrebbero essere diverse le compagnie interessate a una possibile acquisizione, tra cui Intel, Qualcomm, Mediatek, CEVA, numerosi produttori cinesi e, fatto forse non così scontato, la stessa Apple. Le soluzioni hardware di Imagination Technologies, infatti, risultano tra le più avanzate nell’universo mobile e, con la presentazione della linea più recente, sempre più vicine alla potenza di calcolo delle GPU integrate nei laptop consumer.
Così come specificano sempre le fonti statunitensi, il legame sviluppato negli anni con Apple è il principale responsabile della messa in vendita della società. Imagination ha infatti concesso al gruppo di Cupertino alcune tecnologie chiave, oggi in uso su tutti gli iPhone e gli iPad in circolazione, da cui riceve il pagamento di royalties. Negli anni, sebbene Apple sia rimasta sostanzialmente fedele al partner britannico, la concorrenza si è fatta sempre più pressante, ad esempio con Qualcomm, e il gruppo pare non sia riuscito a differenziare enormemente le proprie forniture. Così come già anticipato, la società californiana non ha commentato ufficialmente la decisione del partner.