Continua la contrapposizione tra Imagination Technologies e Apple, a seguito della decisione del gruppo di Cupertino di abbandonare il partner britannico, per una produzione in-house delle soluzioni GPU degli iDevice. A parlarne è il CEO Andrew Heath, nel corso della presentazione degli ultimi risultati fiscali del gruppo, e la discussione è tutt’altro che distesa nei confronti dell’ormai ex partner californiano.
Apple e Imagination Technologies collaborano da anni per lo sviluppo di soluzioni GPU per gli iDevice, in particolare tramite le tecnologie PowerVR. Apple include il know-how del partner britannico nei propri processore della serie A, corrispondendo quindi delle royalties. Qualche settimana fa, tuttavia, il gruppo di Cupertino ha annunciato la progressiva fine della relazione con l’azienda europea, per cominciare lo sviluppo di chipset grafici proprietari. Una scelta che ha lasciato Imagination Technologies in difficoltà, non solo dal punto di vista del business, ma anche e soprattutto poiché la società teme Apple possa infrangere tecnologie e brevetti impiegati in licenza nel corso degli ultimi anni.
Durante l’ultima presentazione dei dati fiscali dell’azienda, il CEO Andrew Heath ha voluto manifestare apertamente i propri dubbi, nonché le sfide e i rischi a cui l’azienda potrebbe essere sottoposta dall’addio di Apple:
Apple ha fatto una dichiarazione non motivata, che ci ha obbligato a informare i mercati e ci ha portato a una significativa diminuzione del prezzo delle nostre azioni. Questa dichiarazione ci ha portati ad avviare una proceduta per la risoluzione di una disputa contrattuale, procedura che ha creato una significativa insicurezza nei confronti del nostro business, inclusi i nostri dipendenti. Non crediamo che si tratti di una pratica di business accettabile né in linea con le affermazioni etiche della stessa Apple in merito ai suoi fornitori.
Apple non ha al momento commentato le dichiarazioni del CEO, nel mentre Imagination Technologies ha rivelato di aver ricevuto diverse proposte di acquisizione per intero da parte di alcuni attori internazionali, a seguito della decisione di mettere in vendita l’azienda, così come emerso sulla stampa qualche settima fa.