Green Dam è nato per sconfiggere il porno, è stato forse pensato per portare ad un nuovo livello la censura cinese, ma è stato progettato colpendo esclusivamente il mondo Windows. Agli effetti, insomma, il gruppo maggiormente danneggiato potrebbe essere proprio la casa di Redmond, sulla cui piattaforma girerà il software censorio delle istituzioni centrali cinesi mentre l’intera concorrenza potrà vantare navigazione sicura e al di fuori dai lacci dello stato centrale.
“Green Dam Youth Escort” è il software che la Cina intende imporre ai navigatori cinesi al fine di filtrare contenuti inappropriati e rendere più “sicura” la navigazione (mettendo alla berlina soprattutto tutto quel che concerne la pornografia online). Presto, però, si sono sollevati problemi relativi al fatto che il filtro avrebbe potuto avere alcune maglie poco lineari, andando a filtrare anche contenuti che con la pornografia hanno ben poco a vedere mentre molto hanno a che fare con una temibile censura di stato. Il fatto che Green Dam non fosse una soluzione valida è inoltre dimostrato dal fatto che trattasi di un software evidentemente bacato e pericoloso che lo stato avrebbe voluto imporre a tutti i nuovi pc venduti oltre la Grande Muraglia. L’aggravante estrema è nella questione relativa al codice copiato senza licenze, su cui tanto i produttori quanto gli apparati cinesi sembrano al momento glissare. Se tutto ciò non bastasse, l’ultima incongruenza è emersa da poche ore: Green Dam potrà essere installato solo su macchine Windows, lasciando così campo libero tanto alle macchine Apple quanto ai sistemi che girano su Linux.
Microsoft avrà probabilmente da ridire, ma per ora non sembrano esserci programmi diversi. Green Dam è stato temporaneamente rinviato a data da destinarsi, ma è una questione di “quando” e non di “se”: il software tornerà presto riveduto e corretto, dopo aver lasciato calare il polverone sollevatosi dalle proteste degli USA e degli utenti, ponendo così una scure ai confini: solo le macchine dotate di Green Dam potranno entrare nel paese per andare sul mercato.
Ma anche allora saranno presumibilmente soltanto macchine con cuore Windows: la casa produttrice non sembra avere al momento seri programmi di sviluppo dedicati per Linux e per Mac, anche se l’evidente bug progettuale ha imposto alle parti in causa la necessità di ipotizzare un intervento in tal senso per non incidere sul mercato con una pericolosa chiusura statale.
Apple si porta avanti agendo alla stregua degli altri gruppi: appena una versione per Mac sarà disponibile, il gruppo la preinstallerà per poter vendere nel goloso mercato cinese. Al momento però il problema non si pone: sebbene si parli di possibili test per piattaforme extra-Windows, nulla è stato rilasciato pubblicamente dalla casa produttrice del filtro, la Jinhui Computer System Engineering.