Il Governo italiano continua a pianificare il ritorno del Paese alla normalità. L’obiettivo è quello di stabilire tappe graduali per eliminare progressivamente soprattutto la Certificazione Verde e arrivare così entro fine aprile ad una sorta di “liberi tutti”. Che non significa ovviamente tornare subito a fare tutto quello che si vuole, ma ritrovare comunque gran parte di quelle libertà individuali spesso venute a mancare in questi mesi. Eliminato infatti il Green Pass per la maggior parte delle attività, e l’uso delle mascherine se non in casi estremi (metropolitane, luoghi estremamente affollati al chiuso), resterebbe l’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori e per gli over 50, ma solo fino al 15 giugno.
Ciao ciao Green Pass
Alcune misure cadranno e altre saranno prorogate. L’intenzione dell’esecutivo è fissare un nuovo calendario che entro la fine di aprile regoli il ritorno alla normalità, favorisca l’arrivo dei turisti stranieri e la ripresa dell’economia garantendo maggiori libertà per l’ingresso nei negozi, nei bar, nei ristoranti e negli alberghi. La data chiave, in tal senso, è il 31 marzo, ovverosia l’ultimo giorno dello stato di emergenza che fu dichiarato dal governo di Giuseppe Conte il 30 gennaio del 2020.
Se, com’è logico attendersi, i contagi continueranno a calare, tra quaranta giorni Palazzo Chigi dovrebbe dire addio a due anni di norme speciali introdotte per contrastare il Covid-19. Il primo cambiamento è previsto a inizio aprile, quando dovrebbe essere eliminato l’obbligo di mostrare il certificato per consumare all’aperto ai tavoli di bar e ristoranti.
Al chiuso si ipotizza che ciò avverrà a giugno. Infine la questione vaccini: l’obbligo dovrebbe restare valido per i sanitari, i docenti, le forze dell’ordine e i lavoratori con più di cinquant’anni di età fino al 15 giugno. Da quella data in poi, però, dovrebbe iniziare il percorso per eliminare le forzature, così come l’obbligo di Green Pass rafforzato per entrare negli uffici, nelle aziende e in ogni altra sede di lavoro. Ricordiamo che dal 20 febbraio, ovverosia da ieri, è possibile tornare negli stadi con una capienza al 75%.