Qualche giorno fa un articolo del quotidiano The Times di Londra ha citato uno studio dell’università di Harvard che analizzava l’energia necessaria per le ricerche Web. Il risultato era stato sintetizzato nella frase: “Due ricerche con Google da un computer sono in grado di generare circa la stessa quantità di biossido di carbonio di un bollitore per una tazza di tè”.
Tale articolo, riportato dalla stampa di tutto il mondo, ha suscitato un vespaio di polemiche e reazioni, fra cui quella ufficiale di Google già da noi riportata, in cui si evidenziavano calcoli su immissioni medie per ricerca Web ben inferiori a quanto dichiarato dal Times.
All’indomani delle discussioni scientifiche e ambientaliste, si registrano molte interessanti dichiarazioni di sostegno verso Google e la sua politica di sviluppo “verde”.
La famosa associazione ambientalistica Greenpeace spende una parola a favore di Google. Il portavoce Daniel Kessler ha infatti precisato che Google è da elogiare per i suoi sforzi per l’energia verde:
Google è da ammirare per la pressione e il lavoro legislativo che sta facendo per l’energia pulita. Nell’intero settore tecnico loro sono davvero all’avanguardia nell’agire a favore del clima [e dell’ambiente]
e a rinnegare l’articolo del Times è soprattutto l’autore stesso della ricerca iniziale, il fisico dell’Università di Harvard Alex Wissner-Gross. Wissner-Gross ha affermato che il suo studio non cita mai Google né analizza quel particolare caso.
Per qualche motivo, nella notizia sullo studio, il Times ha attaccato Google“, ha detto Wissner-Gross. “Il nostro lavoro non ha nulla a che fare con Google. La nostra attenzione si è concentrata esclusivamente sul Web in generale, e abbiamo scoperto che ci vogliono in media circa 20 milligrammi di CO2 per secondo per visitare un sito Web”. L’esempio che riguarda i bollitori del tè e Google? “Non è una mia ricerca. Non ho idea di dove abbiano preso queste statistiche”, ha detto Wissner-Gross.
Wissner-Gross, il cui scopo è educare la gente all’efficienza energetica, ha voluto precisare che l’unica parte dell’articolo del Times che era corretta era la sua frase: “Una ricerca Google ha un impatto ambientale sicuro… Google opera enormi centri dati attorno al mondo che consumano moltissima potenza”. Wissner-Gross ha precisato: “Non credo che nessuno possa essere in disaccordo con quanto detto in queste frasi. Tutto ciò che è online ha un impatto ambientale di sicuro. E tutti sono d’accordo, inclusa Google”.
Ma lo stesso Wissner-Gross ammette che c’è una enorme differenza fra un un server standard e uno ad alta efficienza come usato nei centri Google e riconosce che Google ha un interesse, anche finanziario, a mantenere una struttura energicamente efficiente. La conclusione di Wissner-Gross sull’articolo del Times è stata:
è un modo facile per vendere giornali. Google è una società di successo ed è molto facile ottenere lettori facendo grandi affermazioni su di loro
In ogni caso, la storia del Times su Google ha dato alla società americana la possibilità di parlare delle sue iniziative per il verde e degli sforzi per perseguire le tecnologie di energia pulita su più fronti.