Da anni Apple ha deciso di investire sul fronte dell’ecologia, sposando ad esempio le energie rinnovabili per i propri data center, recuperando e riciclando metalli per gli iDevice e puntando sul packaging sostenibile. Vi è però un ambito in cui l’azienda di Cupertino potrebbe far meglio, almeno secondo Greenpeace e iFixit: quello della riparabilità dei dispositivi. È questo l’obiettivo della nuova campagna ideata dal gruppo di tutela ambientale: spingere i principali produttori mondiali alla creazione di dispositivi più facilmente riparabili, affinché il loro ciclo di vita aumenti, si eviti l’obsolescenza programmata e si riducano, conseguentemente, sprechi e rifiuti.
Greenpeace ha avviato una collaborazione con iFixit, il popolare portale dedicato al teardown dei dispositivi elettronici, per comprendere quale sia il livello di riparabilità medio di alcuni dei device di maggiore culto, prodotti tra il 2015 e il 2017. Oltre ad Apple, sono stati passati al vaglio i dispositivi di un gran numero di concorrenti, da Samsung a Microsoft, per una valutazione su più fronti: la sostituzione della batteria, la rimozione del display, l’uso di strumenti speciali e la disponibilità di pezzi di ricambio.
Per quanto riguarda Apple, sono stati analizzati iPhone 7, iPhone 7 Plus, iPad Pro da 9.7 pollici, iPad 2017, il nuovo MacBook Pro da 13 pollici e il MacBook ultraleggero da 12. Ottengono la performance peggiore i due laptop, con un punteggio di 1 su 10, a cui seguono gli iPad, con 2 punti sempre su 10. Migliore è invece il risultato per gli iPhone, grazie alla facilità di sostituzione dello schermo, sebbene altri tipi di operazione rimangano del tutto ostici: tutti i modelli raggiungono un punteggio di 7 su 10.
Non sembra andare meglio ai competitor, con Microsoft fermo a 1 su 10 per Surface Pro 5 e Surface Book, mentre Samsung raggiunge tre punti con i Galaxy S7 e S7 Edge, a cui si aggiungono i 4 punti del Galaxy S8. A raggiungere la massima votazione soltanto FairPhone e FairPhone 2, seguiti dagli smartphone LG G4, LG G5 e Xiaomi Redmi Note 3, tutti a 8 punti.
Kyle Wiens, CEO di iFixit, ha spiegato come l’impossibilità di riparazione e la diffusa pratica dell’obsolescenza programmata stiano mettendo a rischio il Pianeta, poiché i rifiuti digitali stanno aumentano a dismisura negli ultimi anni:
I dispositivi elettronici richiedono grandi quantità di energia, sforzi umani e risorse naturali per poter essere creati. E le compagnie ne producono miliardi ogni anno, mentre i consumatori li usano per un paio di anni prima di buttarli via. I rifiuti elettronici sono fra i rifiuti a più rapida crescita nel mondo. Dovremmo fare in modo che i dispositivi rappresentino una parte più sostenibile delle nostre esistenze.
La campagna viene completata da un sito internet, riportato nelle fonti, dove gli utenti possono firmare una petizione indirizzata al loro produttore di dispositivi preferito.