Si erano ripromessi di compiere una evidente azione dimostrativa contro Hewlett-Packard e così è stato. Un gruppo di attivisti di Greenpeace ha scalato uno degli edifici principali della società a Palo Alto (California – USA) e ha poi realizzato una enorme scritta sul tetto dell’edificio con le parole “Hazardous Products”. Un’operazione in grande stile che ha destato non poco scalpore negli Stati Uniti.
Per realizzare la scritta, gli attivisti dell’associazione impegnata sul fronte della protezione dell’ambiente hanno utilizzato vernici atossiche, solitamente utilizzate per i colori a dita. L’enorme messaggio ha coperto quasi metà tetto estendendosi per circa 1.394 metri quadrati. L’azione è stata rivendicata da Greenpeace attraverso un grande striscione collocato al fondo della scritta e recante il logo della famosa associazione ambientalista.
L’iniziativa è stata realizzata per protestare contro le ultime decisioni industriali di HP che, secondo Greenpeace, non avrebbe tenuto fede alla promessa di rimuovere gli agenti maggiormente inquinanti e pericolosi per l’ambiente dai propri prodotti. Nel 2007 la società aveva infatti lanciato un piano per eliminare i ritardanti di fiamma (BFR) e il cloruro polivinile (PVC) dalle proprie linee di produzione così da ridurre il proprio impatto ambientale entro il 2009. Un piano ambizioso, ma evidentemente poco attuabile nell’attuale periodo di crisi economica, a tal punto da spingere HP a rimandarne l’attuazione non prima del 2011.
Un rinvio fortemente osteggiato dalle associazioni ambientaliste e da Greenpeace, che ha così deciso di dar vita alla vistosa azione dimostrativa presso il quartier generale della società. Oltre alla scritta cubitale, gli attivisti hanno anche tempestato il centralino di HP con una serie di telefonate registrare dall’attore William Shatner (James Tiberius Kirk nella serie classica Star Trek) per invitare gli impiegati a protestare contro le decisioni della società sulle politiche ambientali.
Attraverso un comunicato stampa, HP ha fermamente respinto le critiche giunte da Greenpeace: «La buffonata poco costruttiva al quartier generale di HP di oggi non porta ad alcun progresso verso gli obiettivi condivisi da tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente. HP proseguirà nel suo sforzo per sviluppare nuovi prodotti e programmi su scala globale in grado di aiutare le società, i suoi partner e i suoi clienti a risparmiare energia e ridurre la produzione dei rifiuti attraverso un riutilizzo e un riciclo responsabili. HP sostiene gli sforzi dell’industria per eliminare i BFR e il PVC a causa dei potenziali rischi legati all’inquinamento dei prodotti elettronici. HP è un leader mondiale nel riciclo dei materiali informatici. HP ha riciclato circa 500mila tonnellate di prodotti elettronici tra il 1987 e il 2007 e si è impegnata per riciclarne altrettante tra il 2008 e il 2011».
I dati forniti da HP sono però messi in discussione da Greenpeace, che annualmente stila una classifica sulle società dell’IT più o meno virtuose nelle politiche di protezione dell’ambiente. Adottando case in alluminio ed eliminando i BFR, Apple risulta essere una delle società più verdi attive nella produzione di dispositivi elettronici. HP, Dell e Lenovo si collocano invece – secondo l’associazione ambientalista – negli ultimi posti della classifica.