Greenpeace ha fatto centro: negli anni ha saputo sensibilizzare il mondo sull’opportunità di produzioni maggiormente consapevoli e, soprattutto nell’informatica, ha saputo imporre un nuovo parametro di valutazione per le case hardware impegnate. La nuova classifica giunge a monitoraggio della situazione odierna, dopo che nelle edizioni precedenti la “eco-guida” ha fatto parlare di sé in tutto il mondo con ovvie ricadute di immagine sulle aziende monitorate.
Mentre non passa giorno in cui non si veda un nuovo produttore promettere produzioni “verdi”, con la parola “green” diventata un dogma assoluto delle nuove campagne di marketing, non sempre però le parole corrispondono ai fatti. La classifica aggiornata vede in testa Nokia confermarsi leader assoluta della responsabilità ecologica: «Buone informazioni ai clienti e ottimo punteggio per la bassa tossicità delle componenti e per l’impegno contro il cambiamento climatico. Meno bene per la bassa percentuale di riciclaggio effettivo dei prodotti (3-5%)». Al secondo posto Samsung («Dal novembre 2007 I nuovi medelli sono senza PVC e sono stati lanciati modelli senza ritardanti di fiamma bromurati»), con il podio completato da Sony Ericsson («il punteggio è buono per i criteri relativi alla chimica e all’energia, ma insufficiente per quel che riguarda la produzione di rifiuti e il riciclaggio»). I punteggi ottenuti sono rispettivamente di 7.5, 7.1 e 6.5.
Bene Sony Ericsson, dunque, ma male Sony. L’azienda nipponica scivola infatti dal quinto al dodicesimo posto: «I punti sono stati persi sul criterio del principio di precauzione, sulla scadenza per l’eliminazione di PVC e ritardanti di fiamma bromurati (spostata ad oltre il 2010), sul fatto che non sostiene il principio della Responsabilità Individuale del Produttore e per non aver esteso il suo programma di ritiro di prodotti usati oltre il Nord America. Debole anche il supporto ai tagli di emissioni di CO2, ma buona l’efficenza energetica dei prodotti».
«Brutte notizie anche per Hewlett Packard (HP), Dell e Lenovo che pagano pegno per non aver tenuto fede all’impegno preso di eliminare PVC (polivinilcloruro) e BFRs (ritardanti di fiamma bromurati) entro il 2009». Apple è in 11esima posizione, Microsoft in 15esima. La classifica è chiusa da Nintendo, la quale «resta il fanalino di coda della classifica ma aumenta il punteggio a 1 (da 0,8) per aver prodotto console da gioco con cavi senza PVC. Non usa ftalati e monitora l’uso di berillio e antimonio. Nintendo perde punti sui criteri energetici, aumentando le sue emissioni di gas serra per il secondo anno consecutivo».
Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace, spiega così il senso della classifica: «Greenpeace prende molto sul serio gli impegni volontari delle imprese, che devono rispettare quanto promesso. Non ci sono scuse per non mantenere gli impegni presi, visto che altre imprese li stanno rispettando: ad esempio, la nuova linea di prodotti Apple è praticamente priva di PVC e assolutamente senza BFRs». L’idea di fondo è quella per cui una produzione maggiormente consapevole permetterebbe di immettere un minor quantitativo di sostanze pericolose nell’ambiente. Così facendo si salvaguarda l’ecosistema di cui fa parte anche l’uomo, e tutto ciò ponendo semplicemente una responsabile attenzione sui modelli produttivi, sui materiali utilizzati e sull’atteggiamento attivo nei confronti del sentimento “verde”.