A seguito della ferma presa di posizione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, ci siamo rivolti direttamente a Groupon per capire come tale indicazione sia stata colta dalla controparte.
Mentre Groupon offre una piattaforma di coupon sulla quale far conoscere la propria attività facendo leva sul low-cost, infatti, gli ordini professionali si mettono di traverso chiedendo tutela per i propri affiliati e diramando diktat con cui Groupon (e similari) vengono messi all’indice e vietati. E la querelle apertasi rischia di portare ad uno scontro di grande importanza per il futuro dell’una e dell’altra parte.
Il primo caso deflagrato era stato quello dell’Ordine dei Medici, secondo cui l’offerta di prestazioni sotto costo non avrebbe apportato vantaggi né ai professionisti, né ai clienti ed avrebbe pertanto dovuto essere deprecata. Argomentazioni similari giungono da parte dell’Ordine degli Avvocati, secondo cui l’offerta di coupon avrebbe dovuto essere vietata ai professionisti della professione forense in virtù di precise e dogmatiche norme deontologiche.
Sulla base dell’opposizione formale sancita dall’Ordine, Groupon tenta ora di evitare confusione sulla vicenda e per voce di Boris Hageney, CEO Groupon per Italia, Spagna e Portogallo, chiede all’Ordine maggior elasticità e maggior apertura:
Non capiamo l’avversione dell’Ordine degli Avvocati; il deal da noi pubblicato si riferiva a pratiche stragiudiziali gestire da consulenti esperti in pratiche assicurative e risarcimento dei danni. Non vengono menzionati Avvocati e non si fa riferimento a mediazioni processuali. Detto questo, crediamo che l’atteggiamento delle Associazioni di Categoria limiti il mercato e l’attività stessa dei Professionisti che sempre più spesso si stanno spostando sulla rete per agevolare la loro attività e conoscere nuovi clienti. Accettare il cambiamento e, nel rispetto della legge, favorire l’incontro di domanda e offerta significa sostenere l’innovazione e la crescita economica del nostro paese.
Ad Hageney abbiamo altresì chiesto se intraveda o meno un possibile punto di incontro tra gli interessi del proprio gruppo e quelli degli ordini professionali che in queste ore stanno alzando il tono della diatriba: «Crediamo sia fondamentale arrivare ad un punto di incontro che, nel rispetto delle regolamentazioni di legge, soddisfi le esigenze degli utenti e quelli dei Professionisti. È bene ricordare che questa polemica non contrappone Groupon e le Associazioni di Categoria proprio perché sono gli stessi Professionisti iscritti regolarmente agli Ordini che intendono affidarsi alla nostra piattaforma; sempre più Professionisti, soprattutto i giovani, trovano in rete la possibilità di inserirsi nel mercato ed agevolare in questo modo il proprio business».
Al tempo stesso, Groupon prende tempo e non sembra voler agire immediatamente contro la decisione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze: «Abbiamo avviato nel mese di settembre 2010 una segnalazione all’Antitrust per boicottaggio da parte dell’Ordine dei Medici; restiamo in attesa di sviluppi sulla situazione». Come a dire: se l’antitrust aprirà uno spiraglio con i medici, nuove possibilità potrebbero aprirsi anche con gli avvocati poiché medesimo sarebbe il principio affermato. Per il momento, quindi, è necessario temporeggiare in attesa di un pronunciamento.
Abbiamo infine chiesto al CEO un’analisi più generale della situazione, per capire se l’avversione degli Ordini sia una resistenza prettamente italiana (incarnata quindi nella nostra cultura e nella nostra organizzazione lavorativa e sociale) o se anche all’estero Groupon debba combattere contro medesimi attriti: «Groupon è una realtà internazionale presente in 45 mercati nel mondo ma all’estero la situazione professionale è molto diversa da quella italiana. Assistiamo a casi in cui sono proprio le Associazioni di Categoria a sostenere il nostro servizio aiutandoci a migliorare l’offerta ed agevolando in questo modo i singoli membri dello stesso ordine. I Professionisti che collaborano con Groupon sono seri e competenti al pari di coloro che preferiscono i canali tradizionali. La scontistica è valida solo per poche ore e serve per agevolare i clienti ed ottenere enorme visibilità sul pubblico locale».