Groupon ha deciso per un taglio netto e coraggioso con il passato: il cordone ombelicale dal fondatore Andrew Mason è stato reciso e la rimozione del CEO diventa quindi l’occasione per un colpo di spugna che chiude un capitolo. E la borsa apprezza immediatamente: nelle trattative after-hour il titolo recupera fino a 12 punti percentuali per poi chiudere a +4% in attesa della riapertura odierna (la giornata si era chiusa però a -24% sulla scia degli ultimi dati relativi alle prospettive di bilancio dell’azienda). L’oscillazione è frutto di evidenti speculazioni, ma il tutto ha comunque una origine precisa: la sensazione che, tolto il tappo, Groupon possa tornare ad esprimersi al meglio al di là dei limiti manifestati dal CEO uscente.
Quella con Mason è una frattura forte ed improvvisa, che il fondatore del gruppo sembra incassare però con equilibrio: nella sua lettera di addio manifesta chiaro dolore per il fatto di dover abbandonare la guida della propria creatura, ma al tempo stesso considera giusta la decisione del gruppo. Mason ha spiegato infatti che, di fronte a troppi trimestri incerti e davanti alle grandi opportunità che l’azienda ha a disposizione, la responsabilità del CEO è imprescindibile e va riconosciuta: un onesto mea culpa, insomma, prima di chiudersi la porta alle spalle per farsi da parte.
Non senza rammarico, però: Mason spiega di essersi pentito di aver ascoltato più i numeri che il cuore, più la logica che l’istinto. Così facendo non è riuscito più a “sentire” quel che l’utenza chiedeva a Groupon e la retta via è stata così persa giorno dopo giorno tra le maglie di un incarico che Mason sente di non aver portato a termine con i risultati auspicati.
Andrew è un talentuoso e rilassato 29-enne originario di Pittsburgh, che nel 1999 si trasferì a Chicago per frequentare l’università di Northwestern e laurearsi in Musica. Lì ideò quella che oggi Forbes recensisce come la “Fastest growing company ever”, ovvero una delle società web con la più alta crescita e capacità di monetizzazione degli ultimi anni. Se a Mark Zuckerberg sono stati necessarie non poche notti in bianco per scrivere quello che oggi è il codice alla base di Facebook, ad Andrew è bastato molto meno: un’idea vincente e molte meno righe di codice HTML.
La decisione del board e la lettera del CEO chiudono definitivamente il passato di Groupon, aprono al presente ed attendono di capire cosa succederà in futuro. Per il momento la guida dell’azienda sarà presa ad interim da Eric Lefkofsky e Ted Leonsis, ma il gruppo si riserva di cercare un nome nuovo per pilotare Groupon al di fuori dei chiaroscuri che hanno contraddistinto il percorso dell’azienda dopo la quotazione in Borsa. Il percorso del gruppo a Wall Street, del resto, non lasciava scampo a Mason: 80 punti percentuali lasciati per strada nel giro di un anno e mezzo circa erano un peso insostenibile e la speranza odierna degli azionisti è che sotto una nuova guida si possa trovare il modo per rivalutare le azioni, monetizzare le potenzialità e tornare a credere che Groupon possa riaffermarsi come leader del comparto coupon che per primo ha portato agli onori delle cronache sul Web.