«Ciao! Guarda dove ti ho taggato!»: un messaggio innocente, con tanto di emoticon rassicurante, il tutto controfirmato da un utente con cui si è stretta amicizia su Facebook. Dietro ad un messaggio di questo tipo, però, si cela l’ennesima truffa. Ed il meccanismo è tanto consueto quanto solido, efficace ed insidioso.
L’immagine raffigura l’origine della truffa: un messaggio ricevuto dalla chat di Facebook da un proprio amico (o via Skype, se si sono collegati i due account), il messaggio che avverte del fatto che si è stati taggati e quindi un link sconosciuto da cliccare per soddisfare la propria curiosità. Evitare il click è quanto di più intelligente si possa fare, mentre per chi clicca si apre un meccanismo che rischia di trasformarsi in truffa vera e propria ai danni del malcapitato utente.
Al click, infatti, l’utente viene indirizzato su di una pagina ove compare (apparentemente oscurato) un fantomatico video nel quale si sarebbe stati taggati: la curiosità di vedere la propria immagine in un filmato del quale non si conosce la provenienza spinge pertanto a proseguire, incappando in un modulo di registrazione nel quale viene chiesto di inserire anche il proprio numero di telefono. Quando la curiosità acceca, il rischio è tangibile: nel compilare i moduli, infatti, si accetta l’abbonamento ad un servizio a pagamento e si rischia pertanto di veder sottratti vari euro dalla propria bolletta telefonica, trasformando così una semplice ingenuità in un vero e proprio danno economico.
Il rischio, peraltro, non è solo per sé, ma anche per tutti i propri amici: cadendo nel tranello del link, infatti, si autorizza l’invio del medesimo messaggio anche agli altri propri contatti, perpetrando così la catena, mettendo a rischio i propri amici e moltiplicando le possibilità di lucro da parte degli organizzatori del raggiro.
I consigli sono sempre i medesimi, quindi: evitare click su link sconosciuti, prestare attenzione alle proprie azioni online, diffidare da moduli di registrazione non totalmente affidabili e cercare online conferme sulla bontà delle url prima di cliccare alla cieca. Semplici accortezze permettono di garantire la propria vita online: la curiosità più morbosa, in questi casi, è sempre portatrice di cattivi consigli.