Con una nuova operazione firmata dalle Fiamme Gialle, è stato oscurato uno dei principali portali tramite i quali l’utenza italiana cercava, trovava e scaricava contenuti multimediali di alta qualità e di alta appetibilità sul mercato: DDL Hits. L’operazione è importante almeno per due motivi: anzitutto poiché viene fermato il sito che aveva ereditato il traffico di KickAssTorrents (già chiuso dalle autorità nelle settimane scorse), creando così un nuovo ostacolo al percorso pirata dei file verso l’utenza; inoltre poiché al blocco del sito viene aggiunta l’identificazione dei responsabili (italiani) del servizio.
Sulla base di quanto annunciato dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cagliari (le cui indagini hanno avuto luogo con l’ausilio del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche di Roma), il blocco di KickAssTorrents ha evidenziato quanto l’utenza si fosse rapidamente trasferita sul nuovo riferimento DDL Hits. Lo spostamento del traffico è avvenuto a seguito di ricerche sui principali motori e per mezzo del passaparola sui social network, dando così vita ad un nuovo hub di smistamento dei file pirata. Se è vero che ad ogni chiusura di sito pirata corrisponde l’apertura di un sito nuovo, sembra ormai vero anche il contrario: le autorità procedono con sempre maggior reattività al dinamismo dei pirati, riuscendo così a frenare i casi più eclatanti prima che riescano a raggiungere dimensioni tali da dar vita a punti di riferimento eccessivamente noti e popolati.
Centinaia di migliaia di italiani, accedendo, anche tramite i più noti motori di ricerca e social network, usavano regolarmente ogni giorno la super-piattaforma digitale per scaricare, in altissima definizione e qualità digitale, musica, film, videogiochi e software, sempre aggiornatissima anche con le ultime uscite commerciali e in contemporanea con le anteprime cinematografiche e musicali.
In poco tempo il nuovo portale aveva raggiunto dimensioni tali da attirarsi le simpatie di un pubblico prevalentemente italiano (oltre il 92% di utenti) permettendogli di assumere la posizione di leader nazionale nello specifico settore con oltre 118.000 accessi unici giornalieri e un guadagno approssimativo di oltre novecento dollari al giorno.
Sarebbero 5 i responsabili fermati per violazione delle normative in materia di pirateria online, identificati come ideatori e gestori del sito le cui pagine risiedevano invece su server estero. Il sito Web è ora fermo e sulla pagina Facebook del servizio sono molti gli utenti a chiedersi cosa sia successo.
Il tutto avviene nel giorno in cui un altro sito, Rapidgator, ottiene il dissequestro in virtù del principio per cui l’oscuramento dell’IP (la medesima misura applicata ora a DDL Hits: filtro dell’IP per mezzo dei provider attivi sul territorio italiano) è una misura eccessiva per un cyberlocker che contiene al proprio interno soprattutto materiale lecito. La diatriba è in auge da tempo: il fatto di procedere con interventi proporzionati e cautelativi necessita di definizioni ancora labili e spesso la necessità di combattere le violazioni di copyright si scontra con interventi maldestri che ostacolano il principio della libertà di espressione.
La velocità di sequestri e dissequestri sta però creando una nuova realtà in questo scontro tra guardie e ladri: alla chiusura dei siti fanno seguito immediate verifiche e repentini dissequestri, tali per cui la libertà viene eventualmente ripristinata nel caso in cui il primo intervento venga giudicato non proporzionato alle evidenze delle indagini. Trattasi di un processo ancora in auge, nel quale nulla è perfetto e tutto è perfettibile: quel che si rende sempre più evidente è come le autorità siano però ora in grado anche di agire a livello più profondo, identificando i responsabili per fermare chi ha operato in violazione della normativa, colpendo così alla radice eventuali azioni contrarie alla normativa sul copyright.