Gli automaker puntano a introdurre sul mercato e in strada le prime vetture a guida autonoma entro pochi anni, ma c’è chi ancora non vede di buon occhio questo tipo di veicoli, ritenendoli un rischio per la sicurezza della collettività e puntando il dito contro una tecnologia ritenuta ancora acerba per fornire sufficienti garanzie. Quanto avvenuto in Cina si sta verificando anche negli Stati Uniti, più precisamente a Chicago.
La discussione è entrata nel vivo nella giornata di mercoledì, quando l’amministrazione locale si è riunita per discutere una richiesta inoltrata dai vertici di Uber, intenzionati ad avviare una fase di test del proprio servizio driverless, come già avviene con quattro vetture sulle strade di Pittsburgh. Chiara la posizione di Edward M. Burke, che dopo aver sottoscritto e proposto un’ordinanza al consiglio cittadino per impedire la circolazione delle self-driving car, condivide attraverso le pagine del sito Chicago Tribune il proprio punto di vista, senza usare troppi giri di parole. Ecco la traduzione.
Non vogliamo che le strade di Chicago siano usate per un esperimento che senza alcun dubbio porterebbe con sé alcuni rischi, soprattutto per i pedoni. Nessuna tecnologia è sicura al 100%.
Un estratto dell’ordinanza (che prevede sanzioni fino a 500 dollari per i trasgressori) riporta la definizione di self-driving car secondo chi governa Chicago.
Si considera tecnologia autonoma qualsiasi sistema in grado di guidare un veicolo senza il controllo fisico attivo o il monitoraggio da parte di un operatore umano.
Proprio quest’ultima parte potrebbe far sì che l’ordinanza venga stracciata e finisca nel cestino: le vetture impiegate da Uber, in realtà, dispongono di volante e pedali, nonché di un operatore a bordo, pronto ad assumerne il comando in caso di necessità o al verificarsi di un’emergenza.