Troppo importante la California come campo di test per potervi rinunciare. Il braccio di ferro tra Uber e il Department of Motor Vehicles locale sembra essere quasi giunto al termine. Il colosso del ride sharing, dopo aver spostato altrove (in Arizona) le proprie self-driving car, sembra ora disposto ad accettare le imposizioni dell’agenzia governativa per quanto riguarda l’ottenimento dei permessi necessari a condurre la guida autonoma sulle strade pubbliche.
La vicenda è presto spiegata: nei mesi scorsi DMV ha bloccato la circolazione dei veicoli autonomi di Uber in terra californiana, poiché l’azienda non ha mai effettuato una richiesta ufficiale per effettuare i test, mancando tra le altre cose il versamento di una tassa pari a 150 dollari. Il gruppo di Travis Kalanick, dal canto suo, ha sempre ritenuto questo un obbligo superfluo, in quanto le sue vetture sono dotate di comandi manuali (volante e pedali) che permettono in ogni momento al conducente a bordo di intervenire. Una questione di principio, dunque. La conferma del dietrofront è stata affidata da una portavoce della società alla redazione del sito CNET.
Stiamo facendo quanto necessario per completare la nostra richiesta al DMV relativa ai permessi per condurre i test.
Si ricorda che Uber sta conducendo test non solo sulle self-driving car, ma anche su una tecnologia di guida autonoma destinata ai mezzi pesanti per il trasporto merci, quella sviluppata dalla startup Otto acquisita lo scorso anno. L’ottenimento del permesso potrebbe dunque consentire all’azienda di sperimentare anche con i camion. Questa la testimonianza di Jessica Gonzalez, portavoce del DMV californiano.
Uber non ha ancora formalmente inviato la documentazione per il programma di test dei veicoli a guida autonoma, ma così come per gli altri produttori, DMV fornisce assistenza per affrontare gli step necessari all’ottenimento del permesso.