La sostituzione dei componenti hardware in un PC desktop è un’operazione alla portata di tutti gli utenti che sanno dove “mettere le mani” e trovare subito una soluzione agli eventuali problemi che si dovessero verificare durante l’operazione di aggiornamento.
Il discorso cambia quando si parla di un computer portatile perché l’upgrade è più “rischioso” (per vari motivi che vedremo), ma comunque fattibile, contrariamente a quanto si possa immaginare. Sono necessarie solo una maggiore attenzione nella scelta dei componenti (per garantire la compatibilità) e una manualità superiore a quella richiesta in un PC desktop, considerate le ridotte dimensioni dei notebook.
Ma quali sono i motivi che spingono a aggiornare il portatile? Il primo (e più ovvio) è la rottura di un componente che vi obbligherebbe a contattare un centro assistenza con la probabilità, non troppo remota, di aspettare molto tempo per la riparazione e la consegna, oltre a dover pagare un prezzo che spesso è superiore a quello di un notebook nuovo.
Il secondo motivo è dovuto ai maggiori requisiti hardware richiesti dalla nuova versione del vostro software preferito. Ciò comporta quindi un consumo superiore di memoria, con frequente utilizzo del file di swap, e un aumento del numero di accessi (in lettura e scrittura) al disco rigido, che può impedirvi di utilizzare in modo ottimale altre applicazioni in contemporanea, sistema operativo compreso.
Si potrebbe aggiungere anche un terzo motivo: il cambiamento del vostro profilo di utilizzo. Avete sempre utilizzato software da ufficio (word processor, fogli elettronici, Internet, posta elettronica), ma un giorno sopraggiunge la necessità di realizzare un montaggio video o, addirittura, la voglia di giocare all’ultimo sparatutto DirectX 10. In questo caso, la soluzione è una sola: acquistare un notebook nuovo con una CPU più veloce, un quantitativo maggiore di memoria e una scheda video di ultima generazione.
Ovviamente prima di smontare il notebook si può tentare di ottimizzare il sistema dal punto di vista software. Eliminare software inutili o poco utilizzati (specialmente se lasciano servizi in esecuzione, come gli antivirus), pulire il registro di Windows dai “residui” lasciati da software non più presenti, eseguire una deframmentazione del disco, sono tutte operazioni che potrebbero portare dei benefici.
Ma se ciò non basta, allora, individuate tutte le informazioni possibili sull’hardware, magari attraverso utility come Everest, PC Wizard o CPU-Z, procuratevi un set di cacciaviti da orologiaio (eventualmente anche di tipo Torx) e armatevi di molta pazienza.
Prima di iniziare qualsiasi operazione, scollegate il notebook dalla rete elettrica, togliete la batteria ed eliminate le eventuali cariche elettrostatiche accumulate dal vostro corpo o nei vestiti, toccando una parte metallica dello chassis oppure utilizzate un braccialetto antistatico.
Ogni modello di notebook (anche dello stesso produttore) ha una diversa disposizione dei componenti, ma le operazioni di aggiornamento che illustreremo sono valide per tutti. Spesso basta consultare il manuale o leggere le etichette poste sopra i vari sportellini sul retro del notebook. In mancanza di indicazioni precise, dovete aprire i vari alloggiamenti fino a trovare quello giusto.
Il primo componente che aggiorneremo è la memoria RAM, cioè l’upgrade più semplice da eseguire e che permette di ottenere i risultati migliori durante l’utilizzo di software più pesanti e l’esecuzione di operazioni in multitasking.
Importante: l’apertura del notebook e la sostituzione di alcuni componenti originali comporta il decadimento della garanzia del produttore.