La divisione italiana di Sony BMG aprirà presto una etichetta ad hoc per la distribuzione nel nostro paese di musica digitale. Il progetto crescerà sotto il nome H2O Music, nome che richiama direttamente il principio della musica “liquida”: uscendo dal tradizionale schema degli album (e di tutto ciò che ne consegue a livello di creazione artistica, produzione, promozione e distribuzione), H2O Music si pone l’obiettivo di distribuire esclusivamente tramite canali digitali aprendo (dichiaratamente con ambizioni di lungo periodo) alla nuova era post-iTunes.
H2O Music ha inoltre l’ambizione di diventare qualcosa di più di un semplice canale di distribuzione: pur se il sito web ufficiale non risulta ancora essere stato predisposto, un indirizzo mail è già attivo per avere informazioni e per inviare materiale musicale (info@h2omusic.it). L’intenzione, infatti, è quella di creare una fucina di nuovi artisti da lanciare sul mercato: «l’artista torna a essere più libero creativamente e l’industria ritrova la motivazione a fare sperimentazione, a rischiare un po’ di più. E’ un sistema molto più flessibile e anche economicamente più sostenibile rispetto a quello tradizionale», parola di Andrea Rosi, responsabile Sony BMG intervistato da Rockol.
Le canzoni saranno distribuite singolarmente o al massimo in “cluster” di pochi brani, abbandonando comunque categoricamente il principio dell’album. H2O Music presenta fin da subito un accordo con la società di telefonia 3 Italia, il che perpetra la scommessa che il mondo della musica digitale sta portando avanti verso la telefonia mobile.
Rosi precisa inoltre: «metteremo sotto contratto artisti debuttanti e altri che hanno già una distribuzione off-line ma non per il digitale: esistono tuttora delle ottime opportunità sul mercato, soprattutto quello indipendente. I contratti non saranno più basati sul numero di album ma sul numero di canzoni, i prezzi di vendita dei file quelli che applichiamo normalmente ai nostri clienti, promozioni speciali a parte». Sony ha dunque intenzione di puntare sulla musica digitale ad un livello superiore ed antecedente alla semplice distribuzione tramite music store. Cambiano le politiche, cambiano gli investimenti e cambia il rapporto stesso dell’artista con la propria etichetta, il tutto in un contesto di previsione che dipinge un quadro decisamente roseo per il futuro del settore: «il progetto […] si innesta in un contesto di evoluzione della musica digitale che, anche in Italia, fa prevedere una crescita sostenuta delle nuove modalità di consumo per gli anni a venire».