Il forziere del Governo USA conserva denaro cash per un valore pari a 73,768 miliardi di dollari. Il forziere Apple di Cupertino conserva invece denaro cash per un valore pari a 75,876 miliardi di dollari. Ora, insomma, lo si può dire: ha più denaro a disposizione Steve Jobs che non Barack Obama. Con quest’ultimo, anzi, alle prese con un debito che inizia a farsi pesante per le sorti del paese e della sua conferma nel ruolo di Presidente.
Apple ha oggi un valore di capitalizzazione pari a poco meno di 400 miliardi di dollari ed in un solo trimestre è stata in grado di mettere da parte 10 miliardi di dollari ulteriori grazie alle vendite di iPad ed iPhone (i due principali traini dell’attuale mercato del gruppo). L’azienda gode di uno stato di salute invidiabile, con una crescita apparentemente irrefrenabile e la solidità di una azienda che ha dalla propria parte un quantitativo di denaro tale da poter ipotizzare qualunque operazione.
Steve Jobs a tal proposito è sempre stato estremamente chiaro: Apple è un gruppo che ha il rischio e l’innovazione nel proprio DNA, dunque un sostanzioso ammontare di denaro disponibile è una sicurezza necessaria per sostenere il ritmo di ricerca ed esperimenti che il gruppo porta sul mercato. L’azienda, inoltre, evita di supportare la propria crescita a colpi di acquisizioni, ma con un ammontare di questo calibro varie ipotesi potrebbero essere ipotizzabili. Nell’immediato Apple potrebbe soprattutto scommettere sull’acquisto di brevetti utili per difendere l’iPhone dall’assalto della concorrenza, con il nome InterDigital ad essere il più caldo del momento dopo la precedente operazione già messa a segno con la scalata al portfolio Nortel.