Sul nome di Albert Gonzalez sfuma il confine tra hacker e cracker. Dr. Jekyll di giorno e Mr. Hyde di notte, sempre e comunque in segreto, Gonzalez passava dai servizi patriottici alle truffe più becere, agendo contemporaneamente sotto la doppia identità di informatore segreto e truffatore. La sua storia era già passata su Webnews in occasione della prima sentenza, ma ora l’apertura delle documentazioni lascia trapelare nuovi romanzeschi risvolti.
Albert Gonzales è stato dichiarato colpevole. Per lui è stata richiesta una detenzione di 25 anni per aver portato a segno alcune delle truffe più estese degli Stati Uniti, tutte azioni volte a raccogliere dati relativi a carte di credito o altre informazioni sensibili. La difesa chiede al contrario un massimo di 15 anni, evidenziando la posizione secondaria dell’assistito in alcune iniziative e ricordando come l’indiziato non abbia mai attaccato strutture governative né abbia lanciato infezioni o creato danni collaterali.
Dalle testimonianze di un ex-collaboratore coinvolto nelle azioni truffaldine accertate, però, Gonzales aveva in realtà un doppio lavoro: oltre alle truffe, infatti, v’era in atto una collaborazione con i servizi segreti USA che fruttava 75 mila dollari al mese. Una ricca collaborazione, quindi, per una figura di spicco del malaffare online. Secondo la confessione di Stephen Watt, raccolta dalla CNN, Gonzalez era pagato in contanti così da non lasciar traccia del rapporto tra le parti.
«È una significativa somma di denaro per un informatore, ma non è un oltraggio se il ragazzo lavorava a tempo pieno restituendo buoni risultati. Probabilmente era l’unica cosa che faceva oltre all’hacking in TJX [una delle vittime delle frodi organizzate da Gonzales]»: sono queste parole del procuratore federale Mark Rasch. La CNN ricorda pertanto come già altri informatori siano stati assoldati dai servizi segreti per collaborazioni similari, con somme dovute di varia entità in base alla tipologia del compito affidato.
Non è la prima volta, del resto, che i garanti della sicurezza cercano nel malaffare le menti migliori per cercare informazioni ai fini della tutela pubblica. Nel caso di Gonzales, però, i servizi segreti hanno avuto tra le mani un truffatore con problemi di tossicodipendenza ed in grado di mettere da parte dati di decine di milioni di persone. Una volta arrestato la prima volta, Gonzales ha espiato le proprie colpe di cracker mettendosi al servizio degli States in qualità di hacker. Il vizio è però riemerso e con esso le manie di grandezza e le pratiche truffaldine a cui era consono attingere per arrotondare la mensilità.
Il patrimonio personale di Albert Gonzales non è chiaro, ma 1 milione di dollari è stato trovato presso un fondo intestato ai genitori ed i suoi desideri di spesa sembravano già andare ben oltre. La vicenda rimane complessivamente romanzata a causa dell’assenza di alcuni dettagli relativi alle modalità d’azione, all’entità delle truffe e soprattutto al ruolo del protagonista nelle sue attività con i servizi segreti.