A 26 anni si ritrova con un bagaglio di conoscenze informatiche sufficiente per riuscire a mettere le mani in 250 mila computer. La definizione di “hacker” cade però agli occhi dei puristi nel momento in cui il “cracker” utilizza questa sua abilità per scopi illegittimi e fraudolenti ai danni delle ignare vittime. Il giovane si chiama John Schiefer, è di Los Angeles ed il suo profilo è ormai schedato presso la giustizia USA.
La confessione del giovane ha portato in luce la dimensione dello sistema che aveva messo in piedi. Egli, anche aiutato da un numero non meglio precisato di complici, avrebbe ottenuto l’accesso ai pc ed avrebbe seguitamente sottratto informazioni personali utili ad appropriazioni di denaro da conti bancari e account PayPal. Ancora non è stato valutato l’intero ammontare del danno causato, ma Reuters già stima il possibile danno che John Schiefer ha procurato a se stesso: «si è dichiarato colpevole di quattro imputazioni di frode e di intercettazioni informatiche che potrebbero costargli fino a 1,75 milioni di dollari e fino a 60 anni di carcere». Parola della procura generale di Los Angeles, ove la confessione è stata firmata.
Secondo quanto raccolto invece da Repubblica.it, «conosciuto per la sua abilità di consulente sulla sicurezza informatica, Schiefer è anche diventato famoso con il nomignolo di “Botmaster” nel mondo degli hacker esperti di attacchi “botnet”». Il ragazzo avrebbe truffato addirittura la Simpel Internet, azienda olandese che lo aveva al soldo in qualità di consulente: «Schiefer aveva installato il suo software di intercettazione sui 150 mila computer della società, mentre altri 100 mila pc sarebbero stati raggiunti dal programma attraverso suoi collaboratori che avevano installato codici spia».
All’azienda sarebbero stati sottratti 19,128.35 dollari, cifra ufficializzata dal comunicato dal Dipartimento di Giustizia del distretto della California. Il ragazzo avrebbe agito tramite pc zombie basati su software Microsoft. Il 3 dicembre è la data della prima convocazione in tribunale, quando il caso passerà dalla fase operativa gestita dall’FBI al giudizio della corte.