Poche settimane fa per Kevin Mitnick, un tempo l’hacker più ricercato del mondo, era terminato il periodo di libertà condizionata impostogli dalle autorità statunitensi. Finalmente Kevin, che nel frattempo si è redento ed ha fondato una sua azienda di sicurezza, era potuto tornare online dopo cinque anni di lontananza forzata. La comunità hacker l’ha accolto con grande calore; ma qualcuno è stato troppo affettuoso.
Il 30 gennaio, al sito della Defensive Thinking Inc. è stata aggiunta un pagina recante la scritta «Bentornato in libertà, Mr. Kevin». Artefice del defacement, un hacker che si è firmato BugBear ed ha voluto precisare che entrare nel sito di Mitnick era stato «facile e divertente». Ancora questo fine settimana, un altro hacker che ha detto di provenire dal Texas ha utilizzato un metodo simile per chiedere di essere assunto dalla Defensive Thinking.
Nell’ammettere il duplice scorno, Mitnick ha comunque precisato che le intrusioni nel sito della sua compagnia lo hanno più che altro divertito, dal momento che gli hacker non hanno fatto danni «in segno di rispetto» nei suoi confronti. L’ex hacker non ha ritenuto opportuno segnalare l’intrusione alle autorità federali.