Comcast è un provider statunitense molto noto anche perché accusato di rallentare le connessioni P2P. Per protestare contro questa pratica, diffusa anche in Italia, un hacker si è scagliato contro il suo sito effettuando un defacement.
Il defacement consiste nella sostituzione illecita della home page o di una pagina di un sito da parte di un soggetto non autorizzato, solitamente un hacker.
Gli hacker sono intervenuti anche modificando i dati DNS/WHOIS, come riportato da TorrentFreak.
Il rallentamento o il blocco volontario del traffico P2P, in realtà, pone problemi giuridici, salvo nei casi in cui ciò sia espressamente previsto nei contratti di fornitura di accesso a Internet. Difatti, non sembra corretto che i provider possano limitare la banda agli utenti per loro inadeguatezze strutturali senza che ciò sia stato oggetto di specifica contrattazione.
Nel caso in specie, un utente ha scelto di farsi “giustizia da sé”, protestando in modo eclatante. Secondo voi è giusto?