Edward Snowden ha rivelato diverse tecnologie utilizzate dalle agenzie governative per compiere attività di sorveglianza, attraverso sofisticati tool che consentono di accedere ai computer delle persone. Insitu, sussidiaria di Boeing, vuole distribuire spyware con i droni. Dalle email scambiate con Hacking Team si intuiscono le intenzioni dell’azienda statunitense: usare i velivoli senza pilota, come lo ScanEagle, per intercettare le trasmissioni WiFi.
L’idea di usare i droni per il WiFi sniffing non è nuova. Circa 5 mesi fa, un società di advertising aveva iniziato a testare la raccolta dei dati degli utenti con i DJI Phantom 2 Vision, a scopo di marketing. Le informazioni sulla posizione geografica potrebbero consentire la distribuzione di offerte commerciali. Il sistema immaginato da Insitu e Haching Team è sicuramente più invasivo e pericoloso.
Dalle email, incluse nel database di 400 GB sottratto al team italiano e pubblicate su WikiLeaks, risulta una discussione tra le due aziende relativa alla possibilità di equipaggiare un drone con un dispositivo TNI (Tactical Network Injector), in grado di intercettare il traffico WiFi e iniettare sul computer della vittima il codice che installa il sistema Galileo, la versione più recente del tool RCS (Remote Control System) di Hacking Team. In effetti, durante una recente riunione, l’azienda milanese ha parlato di un TNI “trasportabile da un drone”
Oltre alle videocamere, lo ScanEagle potrebbe avere un dispositivo che intercetta le connessioni WiFi pubbliche e quindi esegue attacchi mirati da grandi distanze. Non è chiaro se la collaborazione tra Insitu e Hacking Team sia proseguita dopo il furto dei dati.