Il progresso tecnologico ha portato indiscussi benefici anche per chi opera nell’ambito dell’edilizia, sia in fase di progettazione che per quanto riguarda la realizzazione. Una cosa è però rimasta invariata rispetto a migliaia di anni fa: per costruire le mura degli edifici l’intervento dell’uomo continua ad essere essenziale. Le cose potrebbero cambiare, almeno secondo il pensiero di Mark Pivac, ingegnere australiano che ha dato vita ad Hadrian.
Si tratta a tutti gli effetti di quello che può essere definito come un robot muratore: è infatti in grado di costruire la struttura portante di una casa in soli due giorni, posizionando i mattoni in modo del tutto automatico partendo da un progetto 3D disegnato in AutoCAD. L’automa si occupa anche di applicare il cemento necessario e lascia liberi i varchi necessari alla posa di cavi e tubazioni, ad esempio quelli per l’impianto elettrico, idraulico o per lo scarico dell’acqua. A pieno regime Hadrian potrebbe arrivare a costruire oltre 150 case in un anno (di medie dimensioni), lavorando senza interruzione 24 ore al giorno, sette giorni a settimana. Una tecnologia che potrebbe essere impiegata nelle zone dove è necessario intervenire rapidamente e con una spesa ridotta, ad esempio per la ricostruzione di edifici abbattuti o danneggiati da una catastrofe naturale.
Il nome Hadrian non è scelto a caso. È un riferimento al muro (largo 3 metri e alto 4-5 metri) fatto costruire dall’imperatore Adriano nella prima metà del II secolo d.C., per segnare il confine tra la provincia romana occupata dalla Britannia e la Caledonia. Restando in tema, si segnala un progetto tutto italiano finalizzato all’impiego di soluzioni hi-tech per l’edilizia: WASProject, che sfrutta una tecnologia ispirata a quella delle stampanti 3D (un estrusore a testa rotante) per fabbricare case di argilla.