Una intelligenza artificiale che può coordinare una base planetaria e nello stesso tempo interagire con gli umani: una storia già sentita, è quella di 2001: Odissea nello spazio, capolavoro di Stanley Kubrick del 1968. Per gli astronauti del film alla fine non va proprio a finire bene, l’IA si ribella e cerca di uccidere tutti. Dopo 50 anni Hal 9000 diventa potenzialmente reale grazie a Pete Bonasso, scienziato dei Traclabs di Houston, negli Sati Uniti.
Ha sviluppato un’intelligenza artificiale simile proprio ad Hal 9000, come si legge nell’abstract dell’articolo pubblicato su Science Robotics, in grado anche di dialogare con gli umani. L’esperto di intelligenza artificiale guardando appunto il film 2001: Odissea nello spazio all’ultimo anno di università fu colpito dalle sorprendenti abilità di Hal 9000, tanto da volerlo creare davvero.
Allora Bonasso aveva a disposizione solo un computer General Electric 225 con 125 kilobyte di memoria, sicuramente non in grado di creare un’IA. Ma dopo diversi decenni e una potenza computazionale molto più elevata a creato quello che si chiama Case (Cognitive architecture for space agents), prototipo di intelligenza artificiale in grado potenzialmente di gestire una stazione spaziale per quattro ore.
L’IA è formata da tre parti: un sistema che gestisce l’hardware della stazione, uno per il software e l’ultimo che risolve i problemi quotidiani e le emergenze. C’è poi un ulteriore livello che governa tutto che “ragiona” sui dati a disposizione per riuscire a risponder alle domande. Un vero e proprio “sistema ontologico” che ragiona criticamente ed esprime giudizi sui dati. C’è inoltre un’interfaccia che consente di interagire con gli umani.
Dice Bonasso che i colleghi della NASA non sono preoccupati che l’IA possa andare fuori controllo dato che non può fare nulla per cui non è stato programmato. In futuro si spera in test sul campo, in luoghi “analoghi” come li chiama la NASA, in cui si simula la presenza di vita umana in ambienti ostili, per esempio altri pianeti.