Così come in Egitto, così anche il Libia. La storia si ripete a pochissima distanza: l’incendio di proteste sviluppatosi nel paese di Mubarak è divampato ora nel paese di Gheddafi e la reazione dei due leader è stata simile. Passo primo: soffocare la rivolta con la violenza; passo secondo: spegnere Internet.
Il black-out libico è durato per un tempo stimato in 6 ore e 43 minuti, proprio nelle ore in cui la protesta stava entrando nella fase più calda e probabilmente molte delle manifestazioni di piazza si stavano per sviluppare organizzate anche grazie alla Rete. Il dato è stato confermato da più entità di monitoraggio (le quali segnalano come il traffico nel paese, proveniente da rete Telecom Italia Sparkle, risulta affondato nella tratta tra Palermo ed il nord-Africa) e dimostrato graficamente dai dati forniti da Google:
Il blocco sarebbe stato totale ma, come nel caso dell’Egitto, privo di spiegazioni formali o di prese di posizione da parte delle autorità. In seguito la Rete è stata completamente ripristinata, ma nel frattempo sulle piazze erano già rimaste decine di vittime. Difficile capire esattamente perché si sia agito per giungere ad un improvviso black-out complessivo, altrettanto difficile capire perché in seguito si sia avuto un ripristino completo: probabilmente trattasi di azioni massive nell’impossibilità di agire chirurgicamente su servizi specifici o sui canali di comunicazione più scomodi.
Se la storia si traslerà da una frontiera all’altra, probabilmente per Gheddafi la scelta di spegnere la rete non è stata comunque di buon auspicio.