Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un drammatico incremento delle prestazioni nei calcoli delle CPU, nella potenza delle schede video e nella velocità delle memorie di sistema.
Per gli hard disk è tutta un’altra storia: l’evoluzione molto lenta di questi dispositivi ha portato alla creazione di un collo di bottiglia che limita la potenza dei sistemi attuali.
Alcuni hanno cercato di risolvere questa situazione introducendo i drive SSD, dispositivi veloci, leggeri, silenziosi, ma estremamente costosi: il costo di un drive SSD da 1.8″ è cinque volte maggiore di quello di un hard disk classico da 1.8″ e gli esperti prevedono che le prime, considerevoli, riduzioni di prezzo avverranno oltre il 2010.
Per questi motivi, molti ricercatori hanno sperimentato metodi alternativi per la costruzione di hard disk ad alte prestazioni. Recentemente un gruppo di studiosi della Radboud University Nijmegen ha messo a punto un sistema di scrittura dati basato su laser anziché testine magnetiche.
Il principio di funzionamento si basa sulla proprietà del disco (composto da cobalto, ferro e gadolino) di cambiare polarità se colpito da un laser, andando di fatto a memorizzare una sequenza di ‘0’ e ‘1’.
Il laser utilizzato dai ricercatori è stato in grado di trasferire dati con pulsazioni ad intervalli di 40 femtosecondi (10^-15 secondi): in parole più semplici, la velocità di lettura e scrittura raggiunta è 100 volte maggiore rispetto a quella degli attuali hard disk.
Purtroppo, a causa di limiti imposti dalla fisica dei materiali e dalle attuali tecnologie nel settore, dischi basati su questo principio di funzionamento raggiungerebbero capacità molto ridotte e non sarebbero quindi competitivi sul mercato.
Inoltre, è necessario trovare una tecnologia economica per lo sviluppo di laser con un’impronta di 10 nanometri e in grado di produrre pulsazioni inferiori ai 100 femtosecondi.
Si tratta senza dubbio di una tecnologia tanto brillante quanto difficile da mettere in pratica. I primi prototipi di hard disk a raggi laser non saranno disponibili almeno per i prossimi 5 anni.