Molto interessante la posizione presa in questi giorni dalla prestigiosa Università di Harvard, che ha adottato una nuova policy che richiede a tutti i membri della facoltà di consentire la pubblicazione online dei propri lavori.
Già da tempo varie università e centri di ricerca statunitensi si stanno interrogando su come (e cosa) rendere disponibili i risultati delle proprie ricerche e i lavori di professori e alunni.
Si è infatti ormai capito che più la conoscenza e il sapere circola, maggiori sono le opportunità che si creano di generare altro sapere. L’atteggiamento di chiusura e gelosia nei confronti degli altri è da superare in favore di una più intelligente visione di lungo periodo, che riconosce valore allo scambio reciproco di idee.
Dal punto di vista legale Harvard ha pensato a tutto. Il 75% delle riviste scientifiche a pagamento, sulle quali vengono pubblicati i lavori di professori e studiosi, accetta che l’articolo sia pubblicato anche online. In questo modo si avrebbero due risultati positivi: da un lato la distribuzione online gratis dei lavori, dall’altro la giusta retribuzione per l’autore. Va inoltre detto che se questo modello si affermasse, è facile ritenere che altre riviste si andrebbero man mano adeguando.
Questo nuovo trend è anche una strepitosa opportunità per i paesi in via di sviluppo, nei quali internet inizia ad affacciarsi ed affermarsi come strumento conosciuto ed utilizzato. Ragazzi e studenti di paesi sprovvisti di grossi atenei potrebbero trovare in questi servizi risorse e idee altrimenti loro precluse.
Il modo di concepire le informazioni e il concetto di distribuzione di esse sta radicalmente cambiando, e lo dimostra il fatto che un’università così tradizionale come Harvard inizia a muoversi in questa direzione. Il segnale è inequivocabile e lascia ben sperare per un futuro più aperto.