Quando Nokia ha venduto HERE a BMW, Daimler e Volkswagen, era chiaro tanto quanto la cosa fosse vantaggiosa per la parte cedente (quasi 3 miliardi di dollari il controvalore della transazione), quanto fosse una buona scommessa per la parte acquirente. Le potenzialità in mano ai tre gruppi tedeschi sarebbero pronte ad essere svelate: secondo Reuters, i progetti per HERE saranno comunicati entro i prossimi giorni. E si tratta di progetti di altissimo profilo.
HERE non sarà soltanto un sistema di mappe online condito con funzioni di navigazione per la mobilità: HERE sarà piuttosto una piattaforma in grado di contribuire alla creazione di una bolla di mobilità intelligente, nella quale le auto diventano sensori in grado di captare segnali per metterli a disposizione degli algoritmi del servizio. Utilizzare modelli basati su HERE, quindi, potrà restituire una esperienza di mobilità di grande qualità: monitoraggio del traffico in tempo reale, disponibilità di parcheggi aggiornata in presa diretta, limiti di velocità declinati in modo capillare sulla rete stradale, segnalazione di incidenti o ostacoli sulla carreggiata e altro ancora. Vari i sensori previsti a bordo delle future vetture: dalla videocamera di bordo al meccanismo dei tergicristalli, passando per la chiave di accensione, sensori di parcheggio, pressione delle gomme, accensione dei fendinebbia, ESC, ABS ed altro ancora. Ogni sensore è in grado di restituire al sistema informazioni circa il comportamento del guidatore e dell’automobile, mentre la complessità dei dati raccolti è in grado di raccontare la situazione del traffico e altre informazioni di immediata utilità durante la guida.
Il futuro delle auto connesse inizia con HERE, il primo sistema multibrand ad ambire ad orizzonti tanto ampi: la capacità di elaborare tanti dati, raccolti con tanta capillarità, rappresenta un valore aggiunto senza pari che le tre case automobilistiche tedesche sperano di poter monetizzare con i propri modelli ed i propri servizi. L’identificazione dell’auto in un tassello proprio di una rete organica, inoltre, dona alla vettura un significato nuovo e più complesso, che la rende tanto strumento proattivo di rilevamento dei dati quanto terminale ultimo di consegna dei risultati: l’utente, all’oscuro dei meccanismi che soggiacciono all’intero processo, si trova a poter godere di un maggior numero di informazioni per poter compiere la scelta migliore al momento giusto. Il passo verso la guida autonoma, inoltre, è soltanto logica conseguenza.
Non si tratta di una chimera lontana nel tempo o di semplici espedienti marketing pensati per verniciare i brand di innovazione: fin dalla prima metà del 2017 il servizio di monitoraggio live del traffico sarà attivo sui primi modelli, con l’obiettivo di raggiungere milioni di unità già entro la fine del 2018. E il quantitativo di veicoli coinvolti non è soltanto una variabile utile al confronto: maggiore è il numero di auto parte del sistema, maggiore è l’efficacia complessiva e la qualità dei risultati restituiti agli utenti. HERE, oltre ad essere un servizio di qualità e una piattaforma efficiente, può dunque ambire a diventare in breve tempo il più grande collettore di dati sulla mobilità, fornendone fotografie in tempo reale che nulla hanno da invidiare a quanto realizzato finora da soluzioni concorrenti. Secondo quanto emerso, inoltre, anche altre case automobilistiche sarebbero pronte a salire a bordo: il numero di sensori in circolazione è destinato pertanto ad aumentare ulteriormente rispetto al quadro iniziale e la bontà del progetto sta proprio nella sua apertura e capacità di coinvolgimento:
Stiamo per dimostrare assieme cosa un approccio collaborativo, sicuro e aperto possa offrire. Questi nuovi servizi sono solo l’inizio.
Tutti i dettagli sul progetto saranno annunciati in tempi brevi: l’anticipazione è soltanto la cornice di una rivoluzione piena di ambizioni che le avanguardie della mobilità innovativa chiedono a gran voce ormai da alcuni anni.